Otello è siciliano. Ritorno trionfale di Luigi Lo Cascio al Biondo

LUNGAMENTE APPLAUDITO ANCHE A SCENA APERTA, LO SPETTACOLO IN LINGUA SICILIANA MESSO IN SCENA DAL NOTO ATTORE PALERMITANO REGISTRA IL MAGGIORE SUCCESSO, FINORA, ALLO STABILE DI PALERMO PER LA STAGIONE 2013-2014

di Gabriele Bonafede

Mancava da diciotto lunghi anni al Teatro Biondo, l’attore e regista palermitano Luigi Lo Cascio. È tornato ieri con un “Otello” che ha entusiasmato il pubblico e per il quale recita, firma la regia e l’arrangiamento dei testi. Vincenzo Pirrotta lo accompagna in un’opera shakespeariana che si scopre, qui, particolarmente adatta a essere tradotta e rivisitata in lingua siciliana. Lo spettacolo non è aderente al testo originario, ma liberamente ispirato all’opera di Shakespeare e questo la rende ancora più attuale e leggibile con intendimenti e particolarità del mondo di oggi.

Vincenzo Pirrotta è Otello nell’opera allestita in lingua siciliana da Luigi Lo Cascio

La scelta del siciliano, a volte “nobile” a volte “popolare”, convince fin da subito, anche nel centrare il racconto su un paio degli aspetti principali e sempre attuali dell’Otello: da un lato il dramma del giudizio affrettato con le inevitabili verità parziali espresse e intese dall’uomo e che condannano l’innocente alla morte; dall’altro il conseguente delitto, che è anche “femminicidio” come si direbbe oggi, violenza dettata da cieca gelosia, violenza colpevole, sia essa contro Abele o contro Caino.

Ed entra presto in sintonia con il pubblico siciliano l’Otello di Lo Cascio, “scarnificato e condensato nella sintesi estrema dei sentimenti” si è detto, dove lui stesso si presta a recitare nel ruolo dell’anti-eroe “di sostegno”, Jago, lasciando a Vincenzo Pirrotta quello di protagonista, Otello.

Vincenzo Pirrotta e Luigi Lo Cascio

Vittima di se stesso, dell’ambizioso e invidioso di turno, vittima della diversità, Otello non è nero, Otello è siciliano. Come siciliano è Jago e anche il cantastorie, il soldato-voce-narrante, interpretato da Giovanni Calcagno atto a portare sul solco del cantastorie isolano le gesta parlate in versi. Solo Desdemona, interpretata da Valentina Cenni, parla in italiano, a rimarcare l’isolamento della vittima predestinata in un contesto, un universo,  altamente simbolico per qualsiasi posto del mondo.

Più volte applausi a scena aperta ieri sera al Biondo. E poi c’è stato l’abbraccio finale, quasi trionfale, da parte del pubblico, contraccambiato da due parole di ringraziamento, emozionate, espresse da Lo Cascio e Pirrotta, ricordando i vissuti di giovani attori un paio di decadi orsono, proprio al Biondo.

Valentina Cenni. Foto Libero Api 2013

E non c’è solo una rara bravura attoriale a riempire le scene, ma anche un’atmosfera di stupore materiale e immateriale celebrata sia nell’azione e nel testo, sia nella scenografia, tanto minimalista e spartana quanto creativa: quella creazione di luci e immagini, di scoperta e riscoperta, ispirate dalla lettura meditativa di un William monumento perpetuo del genio teatrale.

Tra costumi e scene di Nicola Console e Alice Mangano insieme alle musiche di Andrea Rocca e le luci di Pasquale Mari, lo spettatore assapora il dramma da cima a fondo senza sconti all’intima tragedia dell’”amare” quale possesso, quale oggetto delle proprie, inconsce, malattie mentali che conducono alla violenza e quindi a tutto fuorché l’amore . Né fanno sconti alla tragedia il corpo e la voce, palpabili e massicci, potenti, di Vincenzo Pirrotta, oppure il movimento sapiente e all’occorrenza trasformato in incedere mellifluo e veloce, di Luigi Lo Cascio. Ambedue personificano in maniera eccellente i rapaci distruttori del corpo esile e tenero, ma non l’anima, di una sfortunata Desdemona, sottomessa ancorché adeguata a tradursi in guerriera, esaltando qui le doti circensi di Valentina Cenni.

Vincenzo Pirrotta e Valentina Cenni in una scena di Otello.

Particolarmente riuscite le animazioni di Nicola Console che raccontano un ruolo non impersonato se non nella mente. E cioè quel Cassio, così fortemente evocato anche se non presente fisicamente, come la sua “profanazione” amorosa non è presente nel letto di Desdemona ma solo nel furore preconcetto del perduto Otello.

Festa dunque al Biondo, con attenzione e accompagnamento fino all’inatteso finale, coraggiosamente osato a cospetto del William. E non stupisce infine, che tra il pubblico, sul palco d’onore, sia presente il sindaco Leoluca Orlando a segnare un abbraccio anche istituzionale tra Palermo e Luigi Lo Cascio.

Prodotto dal Teatro Stabile di Catania ed Emilia Romagna Teatro Fondazione, Otello replicherà al Teatro Biondo fino a Domenica 23 marzo.

Gabriele Bonafede

Recent Posts

Streaming illegale, smantellata dalla polizia vasta organizzazione criminale transnazionale

La polizia ha eseguito «la più vasta operazione contro la pirateria audiovisiva condotta in Italia…

56 minuti ago

La mappa della nuova gestione dei rifiuti in Sicilia: 46 nuovi siti, due termovalorizzatori e discariche quintuplicate

Risolvere un problema (dove mettere tutta questa munnizza). Risparmiare (evitando di portare i rifiuti fuori…

4 ore ago

Distrutto il nuovo manifesto in memoria di Biagio e Giuditta, studenti investiti in via Libertà a Palermo

«A ventiquattro ore dall'installazione del nuovo manifesto in memoria di Biagio Siciliano e Giuditta Milella, di 14…

13 ore ago

Catania, ruba alcuni oggetti dentro un’auto parcheggiata: arrestato 50enne

Ruba effetti personali e oggetti in un'auto parcheggiata. A Catania un 50enne del luogo è…

16 ore ago

Catania, tre daspo e due arresti in Curva Sud per le violenze in Catania-Trapani

Proseguono le verifiche condotte dalla Polizia di Stato concernenti la ricostruzione delle fasi della rissa…

16 ore ago