Ospedale Siracusa, sede sarà scelta da due consulenti  Regione interviene per mettere fine a querelle politica

Da una parte la
conferma della volontà di costruire il nuovo ospedale di Siracusa, dall’altra la necessità che a stabilire la compatibilità dell’area scelta siano due professionisti esterni. Insomma, rimane il progetto ma si torna alla querelle, lunga un trentennio, sulla scelta della sede del nuovo presidio sanitario aretuseo. Dopo la decisione adottata a larga maggioranza dal consiglio comunale al termine di una seduta dai toni tesi dello scorso novembre, sembrava esserci un punto fermo sugli spazi accanto all’ex ospedale psichiatrico di contrada Pizzuta. E invece no. 

A discutere con il presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci e l’assessore alla Salute Ruggero Razza, nell’incontro interlocutorio (di circa due ore) che si è tenuto oggi pomeriggio a Palazzo d’Orleans a Palermo, sono stati il sindaco di Siracusa Francesco Italia, il nuovo manager dell’azienda sanitaria provinciale Lucio Salvatore Ficarra, e anche i primi cittadini di alcuni Comuni della provincia siracusana che, negli scorsi mesi, hanno manifestato il proprio dissenso sull’area prescelta e chiesto che l’ospedale venga realizzato nei pressi degli assi viari principali». Assenti la sindaca di Augusta, Cettina Di Pietro, quello di Pachino – sciolto per mafia -, Roberto Bruno, e i primi cittadini di Mellili e Francofonte, Giuseppe Carta e Daniele Lentini – coinvolti nell’ambito dell’operazione Muddica per presunti appalti pilotati

Musumeci ha chiesto di affidarsi a un urbanista e a un esperto di edilizia sanitaria, su incarico dell’Asp, per verificare la fattibilità del progetto nell’area individuata. «I due professionisti – fa sapere il governatore – cui daremo l’incarico già entro questa settimana, avranno sessanta giorni di tempo per consegnare una dettagliata relazione all’interno della quale, eventualmente, dovrà essere contenuta l’indicazione di un nuovo sito ritenuto più idoneo». Durante una riunione che si era tenuta a Catania all’inizio dello scorso novembre come primo step del cronoprogramma in seguito alla delibera per la programmazione delle risorse necessarie per la costruzione del nuovo nosocomio, Musumeci aveva esortato «a fare presto. Si è già perso troppo tempo in polemiche spesso inutili e dannose». Insomma, niente soldi dei finanziamenti per il progetto dell’ospedale finché il Comune non comunica formalmente all’Asp – che poi informa il governo regionale – l’area in cui va costruito.  

«Al di là dell’argomento della sede – riferisce a MeridioNews il sindaco Italia – abbiamo ribadito la richiesta della necessità che si tratti di un ospedale di II livello che però è stata rigettata dall’assessore Razza, almeno per quanto riguarda l’attuale configurazione della rete sanitaria. Ci è stato assicurato che si tratterà, comunque, di un ospedale di ultima generazione con le più avanzate tecnologie e dotato di 26 funzioni specializzate. Vigilerò – conclude – perché siano garantiti all’ospedale la Chirurgia toracica, la Chirurgia e la Rianimazione pediatrica, la Radiologia interventistica e la Broncoscopia interventistica». 

Da decenni, intanto, tutto resta fermo per la mancanza di un accordo sulla localizzazione della nuova struttura. Il Movimento 5 stelle, in passato, ha proposto l’area destinata al demanio militare di Punta Santa Panagia, che ospita la stazione radiotelegrafica della Marina militare che, però, è stata giudicata inaccettabile dall’ex deputato dell’Ars Vincenzo Vinciullo per vincoli archeologici, di inedificabilità e per problemi logistici dovuti al traffico. Andando più indietro nel tempo, nel dicembre del 2009, era stata la giunta dell’allora sindaco aretuseo, Roberto Visentin, a fare una delibera con cui una parte del lotto di contrada Pizzuta – un terreno confiscato alla mafia negli anni ’90 – veniva assegnata all’associazione onlus Figli delle fate per la realizzazione di un centro diurno per ragazzi affetti da disturbi dello spettro autistico. Nel 2014, il progetto del nuovo nosocomio era tornato sotto i riflettori per alcune intercettazioni relative all’inchiesta Expo di Milano. Intanto la città rimane con l’ospedale Umberto I, costruito nel 1934, che non è antisismico e non è dotato di un’area in cui possa atterrare l’elisoccorso. Dal governo regionale è arrivata, intanto, l’assicurazione di procedere a un confronto con l’Asp per esaminare e risolvere le criticità esistenti all’Umberto I, riqualificando servizi e prestazioni specialistiche. 

Marta Silvestre

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