Ospedale Giglio di Cefalù, monta la protesta Sindaci e cittadini in piazza contro piano tagli

Giù le mani dal Giglio, questo il nome della manifestazione che sé tenuta ieri pomeriggio a Cefalù, alla quale hanno preso parte sindaci e consiglieri delle Madonie e dei Nebrodi, semplici cittadini e i 724 dipendenti che rischiano il licenziamento a causa dei tagli previsti dal DM 70/2015. Fino a sera, la piazza antistante la scuola media Porpora, dove è stato convocato dal Comune di Cefalù un consiglio comunale aperto a tutto il territorio, era gremita da migliaia di persone. Una protesta nata perché l’ospedale, ad oggi centro d’eccellenza, a causa del riordino della rete ospedaliera, sta per essere declassificato dall’assessore regionale alla Salute Baldo Gucciardi a presidio di base.

Nei giorni scorsi è stata lanciata, da semplici cittadini su change.org, anche una petizione online Sicilia: Madonie senza polo oncologico, la politica vuole chiudere l’ospedale di Cefalù. In poche oreha raggiunto ben 14.900 firme. Il primo intervento è stato del presidente della fondazione Giglio, Giovanni Albano: «Se il piano della regione andrà in porto, con la chiusura di cinque branche specialistiche e di vari servizi, gli uffici del Giglio hanno già stimano 319 licenziamenti. Non si potrà garantire la sostenibilità finanziaria dell’azienda, che rischierebbe la chiusura con la fine di un sogno».

Albano ha ribadito l’importanza dell’ospedale, presidio che serve un bacino che va oltre il distretto sanitario. Il 75 per cento dei pazienti proviene da fuori provincia, di questi il 40 per cento da Palermo e circa il 20 per cento dal Messinese. Sui 1117 pazienti oncologici, 835 arrivano da comuni fuori distretto. Il reparto di emodinamica ha trattato oltre 850 cuori, negli ultimi due anni, in interventi salvavita con un indice di mortalità che pone Cefalù tra le migliori emodinamiche in Sicilia.

«L’ospedale non si tocca: giù le mani dal Giglio – ha commentato amareggiato il primo cittadino di Cefalù Rosario Lapunzina -. Qui sono stati investiti milioni di euro per costruire un grande ospedale. Sul campo è stato dimostrato che questa struttura serve un grande bacino di utenza tra Palermo e Messina dove non vi è altra oncologia, urologia ed emodinamica oltre a quella del Giglio. La scelta di Gucciardi riporta Cefalù a 23 anni addietro: non possiamo accettarlo».

Tra i presenti, anche il primo cittadino di Castelbuono, Antonio Tumminello, che ha sottolineato come «razionalizzazione vuol dire un’altra cosa, non tagliare». Il sindaco di Pollina, Magda Culotta ha «ribadito l’impegno per il Giglio che non ho mai fatto mancare». Durante la riunione Daniele Tumminello, consigliere comunale di Cefalù, e Nunzio Castiglia, consigliere comunale di Pollina, hanno riportato le loro testimonianze vissute in prima persona. «Se i miei figli possono avere un padre – ha detto Tumminello – è grazie all’ospedale Giglio di Cefalù». 

In seguito agli interventi di alcuni medici del Giglio, tra cui il cardiologo Tommaso Cipolla, l’oncologo Massimiliano Spada e l’urologo Salvino Biancorosso, la seduta dell’assemblea si è conclusa con l’approvazione di un documento che dovranno fare proprio i consigli comunali dei Nebrodi e delle Madonie per «attivare tutti gli atti e le azioni indispensabili al conseguimento delle determinazioni espresse nel corso dei lavori. Al fine – si legge nel documento – di scongiurare il declassamento dell’ospedale di Giglio e i conseguenti provvedimenti di chiusura dei suddetti reparti intervenendo con la dovuta sollecitazione e determinazione nei confronti della Presidenza e dell’assessorato alla salute della Regione Siciliana ma anche nei confronti del Ministero della Salute e del Governo Nazionale».

Mario Catalano

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