Ospedale di Caltagirone, rubati i farmaci oncologici «Le cure si faranno», ma danni per migliaia di euro

Centinaia di confezioni di farmaci chemioterapici e antitumorali, necessari per il trattamento dei pazienti oncologici, portati via in una notte. Danni per decine di migliaia di euro e l’inventario, da consegnare alle forze dell’ordine che stanno indagando, ancora da completare. Il furto che si è verificato la notte scorsa alla farmacia dell’ospedale Gravina di Caltagirone è una botta pesante da digerire per il personale medico e per i pazienti. Le terapie previste non dovrebbero subire interruzioni, perché a breve dovrebbe partire l’ordine necessario a ripristinare le scorte. E per chi non può aspettare potrebbe essere chiesto aiuto alle farmacie degli altri ospedali del Catanese. «Noi pensiamo che sia stato qualcosa di mirato – spiega a MeridioNews il dirigente della farmacia ospedaliera calatina, Filippo Rasà – Abbiamo tre frigoriferi e i farmaci oncologici, che sono anche tra i più costosi, sono tenuti dentro a uno di quelli. Che è l’unico a essere stato saccheggiato».

Dagli altri scomparti refrigerati sono stati presi pochi flaconi e l’impressione dei lavoratori è che sia stato fatto più per confondere le acque che per reale interesse. L’obiettivo sarebbero stati proprio i medicinali destinati ai malati di cancro in cura nella struttura calatina. Le telecamere di sorveglianza all’interno della farmacia non ci sono, sebbene pare che siano state richieste in passato, e non è chiaro se siano presenti nelle immediate vicinanze dell’edificio che ospita le scorte di medicine. Una struttura indipendente dal corpo dell’ospedale, di fronte all’edificio principale e accanto al parcheggio destinato al personale. In base alle prime informazioni apprese da questa testata, sarebbe stata forzata una porta tagliafuoco che dà accesso ai locali e da là i malviventi sarebbero arrivati all’obiettivo. 

«Molti farmaci oncologici non vanno in frigo. Per quelli che ci sono si tratta di confezioni piccole, al massimo dieci per due centimetri. Non serviva neanche chissà quale mezzo per portarli via», continua sconfortato Rasà. Per ripulire tutto sarebbero bastati giusto un paio di sacchi neri. «Dispiace sapere che qualcuno possa pensare di attaccare un ospedale – prosegue il responsabile – Sapere che possa esserci gente che viene fino a qui per portare via le cure ai pazienti dà una sensazione non solo di mancanza di sicurezza, ma anche di sconforto. Stiamo lavorando tutti affinché a chi sta male non venga arrecato alcun danno, se sarà necessario avvieremo dei prestiti con le altre strutture sanitarie». Che i prodotti rubati possano avere un mercato parallelo è una ipotesi, anche perché – tra tutto quello che era presente in quei locali – si tratta di quelli più preziosi.

Luisa Santangelo

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