Ospedale Cannizzaro, sforbiciata ai premi di produttività Nursind: «Assumono meno e ci pagano coi nostri soldi»

Un presunto «utilizzo improprio» dei soldi che, altrimenti, andrebbero a rimpolpare gli stipendi di infermieri, ausiliari, personale amministrativo e altre figure. Sarebbe accaduto questo all’Ospedale Cannizzaro di Catania riguardo il fondo produttività collettiva dei lavoratori del 2017. Nel complesso oltre un milione e 200mila euro che, ripartiti sui circa mille lavoratori del personale non medico, farebbero circa 350 euro in più a testa sui 12 mesi – al netto di assenze e altri parametri personali – da aggiungere ai circa 800 euro che in effetti vengono corrisposti. «Che l’azienda prelevi parte dei fondi contrattuali per impiegarli sugli obiettivi strategici non è una novità – chiarisce a MeridioNews Salvatore Vaccaro, segretario provinciale del Nursind, il sindacato delle professioni infermieristiche – ma stavolta si è andati oltre il dovuto»

Il presunto ammanco, secondo il sindacato, andrebbe ricercato nella percentuale di denaro che l’azienda ha deciso di utilizzare per i risultati raggiunti. Secondo i calcoli dei rappresentanti dei lavoratori dovrebbe ammontare a circa 110 mila euro, che salgono fino a 237mila euro se si considera la cifra totale. Il tutto «in totale assenza di accordi sindacali in sede di delegazione. Che fine hanno fatto tali somme? In quali canali o meandri aziendali sono finiti?», si domanda il Nursind, non lesinando una stoccata alle altre organizzazioni che rappresentano i lavoratori e che siedono nella delegazione trattante. Quello è infatti il tavolo che fissa i criteri delle ripartizione delle somme, in genere attestata sul 5 per cento del totale, per i progetti appunto strategici che completano l’offerta sanitaria. «Non capisco perché gli altri sindacati non abbiano vigilato sulla questione», rileva Vaccaro, ribadendo anche di non aver mai sentito parlare di accordi per utilizzare anche le somme contestate nel corso dei confronti fra azienda Cannizzaro e delegati.

Conti alla mano, così, si arriverebbe ai 237mila euro stornati «in totale assenza di accordi sindacali in delegazione – sottolinea il Nursind – o forse con accordi a noi sconosciuti». Fondi spostati su progetti che servirebbero solo ad aumentare le ore sulla normale attività ospedaliera. «I soldi vanno così solo a una quota di personale quando invece spetterebbero a tutti – chiosa Vaccaro – e, di fatto, i dipendenti vengono pagati con somme che già appartengono a loro, mentre l’azienda assume meno dipendenti di quanto gliene occorrerebbero».

La presa di posizione sembra aver non poco irritato la direzione dell’ospedale. Una nota di qualche giorno fa risponde al sindacato fornendo un conteggio diverso. Sul milione e 200mila euro del fondo, scrive il direttore del dipartimento amministrativo Salvatore Torrisi, circa 303mila euro erano stati devoluti ai contestati progetti strategici dopo l’accordo con i sindacati. Ma la somma poi in concreto destinata, nel complesso, ammonta a oltre 345mila euro. Ballano in sostanza 42mila euro, una cifra «la cui incidenza sulla quota di produttività può ritenersi bassa». D’altronde il costo dei progetti finalizzati, secondo i dati dell’azienda, è lievitato di circa 114mila euro rispetto al 2016. Dunque, serviva colmare la sproporzione con una maggiore spesa «necessaria per garantire gli standard di efficienza». Quello che conta, rimarcano dal Cannizzaro, è che i soldi sono stati utilizzati per pagare dipendenti. Ma c’è di più: la promessa che filtra dall’ospedale è che i fondi saranno reintegrati con la liquidazione della prossima incentivazione collettiva. Cioè con i premi produttività del 2019. 

Francesco Vasta

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