Oscar Pistorius, una vita bruciata

Oscar Pistorius è nato il 22 novembre 1986 a Johannesburg. Attualmente è detentore del record mondiale nella categoria delle competizioni sportive per disabili dei 100, 200 e 400 metri piani.

“Blade Runner“, così è soprannominato l’atleta, riesce a correre grazie alle protesi alle gambe, chiamate “cheetah”. Ha ottenuto la medaglia di argento correndo in batteria ai Mondiali di Daegu del 2011. La vita del giovane è stata segnata da una grave malformazione. Oscar è nato senza peroni e con i piedi malformati. Per questo motivo, quando aveva appena 11 mesi, è stato sottoposto ad un intervento per l’amputazione delle gambe. Negli anni del liceo ha praticato pallanuoto e rugby, passando alle discipline dell’atletica leggera a causa di un infortunio. Ha partecipato alle Olimpiadi di Atene nel 2004, Partecipò anche ai Mondiali di Londra del 2012, ma fu eliminato in semifinale ai 400 metri.

Da recente è assurto alla cronaca internazionale per via dell’omicidio della sua fidanzata, la bellissima modella australiana Reeva Steenkamp. Per gli inquirenti e il Tribunale australiano Pistorius ha ucciso la fidanzata, ma potrà lasciare il Sudafrica per partecipare ad eventuali gare sportive, anche se ad alcune condizioni. Le ultime notizie arrivano da Pretoria, dal giudice che si occupa del caso dell’omicidio della fidanzata dell’atleta, Reeva Steenkamp.

In particolare, la decisione è arrivata in seguito al ricorso presentato dagli avvocati dell’uomo contro delle restrizioni stabilite per la libertà su cauzione. I legali nello specifico chiedevano il permesso per l’atleta di lasciare lo Stato senza una richiesta scritta e contestavano l’obbligo per l’uomo di astenersi dall’alcool e di recarsi periodicamente in una stazione di Polizia.

Il giudice, Bert Bam, ha spiegato, nella sua decisione, che l’atleta potrà lasciare lo Stato nell’eventualità della partecipazione a gare internazionali, ma dovrà comunicare, almeno una settimana prima, il programma del viaggio alle autorità. Inoltre, entro 24 ore da quando tornerà nel suo Stato, dovrà consegnare il passaporto al tribunale.

Gli avvocati di Pistorius avevano spiegato, durante l’udienza nel corso della quale hanno presentato il ricorso, che Oscar non ha al momento sfide sportive in programma, ma potrebbe averne bisogno in futuro, anche per il suo sostentamento economico. Il legale, Barry Roux, ha assicurato: “Non scapperà via né si nasconderà“.

Si attende intanto l’inizio del processo. Pistorius avrebbe ucciso la fidanzata perché Reeva Steenkamp (nella foto a destra) era incinta. E’ questa l’ipotesi avanzata dal tabloid americano National Enquirer, che è ritornato a parlare di recente del caso dell’omicidio della giovane modella, rimasta vittima di quello che Oscar Pistorius continua a definire, fin dal primo giorno, un incidente.

L’atleta infatti ha sempre sostenuto di aver sparato a Reeva per sbaglio, credendo che qualcuno si fosse intrufolato nella sua abitazione. La tesi del ladro, però, ancora non convince e per saperne di più su come evolverà la vicenda bisognerà attendere il processo, che si svolgerà nel corso dei prossimi mesi.

Secondo il National Enquirer, lo sportivo avrebbe ucciso la fidanzata dopo aver appreso dalla stessa ragazza che era in attesa di un bambino.Il giornale, nel descrivere questa ipotesi, cita una fonte che sarebbe vicina all’inchiesta portata avanti in Sudafrica.

Si tratta sicuramente di una notizia che ancora deve essere presa con le pinze, perché a questo proposito non arrivano conferme da parte delle forze dell’ordine. Quindi bisogna tenere conto del fatto che questa è ancora una delle possibili ipotesi di un omicidio che resta ancora un mistero.

La fonte avrebbe detto: “La polizia crede che la gravidanza rivelata dalla donna è quello che ha fatto uscire di testa Pistorius e che l’ha uccisa, con colpi di arma da fuoco alla testa, al petto, al bacino e alla mano“.

Il National Enquirer ha parlato anche delle affermazioni di Pistorius, il quale sostiene di aver pensato ad un intruso in casa. Secondo la fonte, questa versione non avrebbe senso: “Reeva era in casa dalle 18 del giorno prima e lui sapeva che c’era. La polizia non crede a questa storia e lo ha accusato di omicidio premeditato“.

Intanto Oscar Pistorius è stato rimesso in libertà su cauzione e pò’ continuare a gareggiare.

E’ stata infatti accolta l’istanza di scarcerazione, perché si è ritenuto che non esiste il pericolo di fuga. Il giudice, Desmond Nair, comunque ha fatto presente che ancora non sono stati messi insieme tutti i pezzi del puzzle che compongono la misteriosa vicenda dell’omicidio della fidanzata dell’atleta, Reeva Steenkamp.

Si sono fatte sentire le proteste da parte dei manifestanti, soprattutto dei membri del movimento contro la violenza sulle donne. Eppure non ci sono nuovi elementi da presentare. Si è fatto riferimento anche al tema della disabilità, perché il magistrato ha affermato che, proprio a causa delle protesi, Pistorius non potrebbe rifugiarsi in alcun luogo senza essere riconosciuto e sarebbe costretto a cambiare troppo le sue abitudini.

Vista la gravità dell’accusa, erano richieste ai legali dello sportivo delle condizioni piuttosto rigide, perché egli potesse ottenere la libertà. I difensori hanno dovuto dimostrare l’esistenza di motivi eccezionali, che potessero giustificare la scarcerazione.

L’accusa nei confronti di Oscar Pistorius sembra non reggere, visto che non si rivela molto attendibile la testimonianza di Hilton Botha, l’ufficiale di polizia, che si è trovato ad entrare per primo nella villa in cui è stata uccisa Reeva Steenkamp. Il detective ha affermato che nella camera da letto del campione c’era una sostanza, del testosterone. Sulla questione e sull’identificazione di tale sostanza comunque permangono molti dubbi e la difesa ha messo in evidenza che si tratta di un semplice rimedio fitoterapico. A carico di Hilton Botha, secondo quanto riferito da una fonte interna alle forze dell’ordine, ci sarebbero dei capi di imputazione per tentato omicidio nell’ambito di una vicenda in cui l’uomo, insieme a due ufficiali, ha sparato contro un minivan con a bordo 7 persone, durante le ricerche di un omicida.

Tra l’altro (come sostenuto dai legali dell’atleta) la scena del crimine potrebbe essere stata contaminata dagli uomini della polizia, che non hanno usato protezioni alle scarpe. Inoltre i vicini di casa, che avevano riferito di una lite, non hanno riconosciuto le voci udite come appartenenti a Pistorius e alla fidanzata.

Il procuratore sostiene che non ci sia nessuna spiegazione possibile, che possa confermare pero’ la tesi del ladro, così come è stato riferito da Pistorius. Secondo la ricostruzione del pubblico ministero, Pistorius si sarebbe alzato dal suo letto, ha indossato le protesi e ha percorso la distanza fino al bagno, sparando alla donna attraverso la porta, che successivamente è stata forzata.

Si parla di omicidio premeditato perché Pistorius, secondo l’accusa, avrebbe pensato già prima del delitto a cosa raccontare, pianificando la storia dell’intruso in casa: “Era tutto parte di un piano preorganizzato. Perché un ladro dovrebbe chiudersi in bagno?“.

Ad incastrare Oscar Pistorius per l’omicidio della sua fidanzata potrebbe essere anche unatelefonata, che l’atleta avrebbe effettuato all’amico Justin Divaris. Sembra, secondo il racconto emerso nelle ultime ore, che sia stato proprio Pistorius a raccontare all’amico del cuore di aver ucciso la sua ragazza.

Una confidenza effettuata proprio nella notte della tragica vicenda, emersa da un’intercettazione, quando Oscar ha detto all’amico di aver ucciso la sua “baba”. Questo potrebbe essere un elemento in più per le forze dell’ordine, che stanno portando avanti le indagini, per comprendere come siano andati realmente i fatti.

Un elemento in più che emerge dopo il ritrovamento, nella casa dello sportivo, di una mazza da cricket insanguinata. Lo hanno riferito le fonti relative all’operato della Polizia sudafricana a Pretoria. Adesso le autorità stanno indagando, per riuscire a comprendere se si tratti proprio della mazza utilizzata per colpire la modella. Infatti, resta il dubbio se sia stata usata dalla ragazza per tentare di difendersi.

E’ comunque chiaro che per la soluzione del movente dell’omicidio si brancola ancora nel buio.

 

 

Giovanna Livreri

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