Orto(in)Colto, riparte progetto per coltivare la scuola «Imparano a rispettare il tempo, la terra e se stessi»

Prendi un giardino incolto all’interno di una scuola, un insegnante che crede nell’educazione ambientale, aggiungi una classe che vuole imparare e condisci tutto con il team di Orto Capovolto … e l’orto è fatto! Questa la ricetta del progetto Orto(in)colto della cooperativa palermitana, ormai giunto alla quinta edizione. «È un progetto che si sviluppa con programmi specifici dall’infanzia fino al liceo. Ogni anno abbiamo lavorato in diverse scuole – spiega Angelica Agnello di Orto Capovolto –  ad esempio all’istituto comprensivo Uditore Setti Carraro o alla Pecoraro». 

Quest’anno ancora il progetto non è partito perché «si inizia in genere a fine febbraio, per rispettare il ciclo della natura». Gli alunni partono con la semina alla fine del mese prossimo, poi in primavera levano le erbacce nel giardino, zappano e preparano il terreno e l’impianto di irrigazione, mettono a dimora gli ortaggi e le erbe aromatiche. Infine, se ne prendono cura fino a fine maggio-inizio giugno, quando c’è la raccolta

È un progetto di educazione sia ambientale che alimentare, «perché facciamo vedere loro che il pomodoro non cresce negli scaffali del supermercato – spiega Agnello -. Partendo dal seme arrivano fino ad assaggiare il prodotto e capiscono così la stagionalità del cibo ed imparano ad aspettare il giusto tempo per poter avere determinati prodotti. Dietro a un semplice pomodoro c’è tanto lavoro. Oltre al rispetto della stagionalità e della terra c’è anche il rispetto verso se stessi, che si realizza quando si sceglie di mangiare una cosa piuttosto che un’altra». 

In base alla lezione da svolgere la cooperativa mette in campo degli esperti per quel settore: c’è una biologa nutrizionista che si occupa delle lezioni di educazione alimentare, c’è chi è qualificato per fare giardinaggio e orticoltura, che cura quindi della parte relativa all’orto. Infine, c’è poi un’altra persona, il referente, che segue l’iter dell’intero progetto. Si tratta di dieci incontri della durata di un’ora. «La maggior parte delle volte le lezioni vengono fatte in orario scolastico – prosegue Agnello –  ma gli istituti scolastici possono scegliere di svolgerle di pomeriggio, quindi come attività extra scolastica. Ormai ci sono i referenti per la salute o l’educazione ambientale interni, che ci contattano per attivare il progetto e poi rimangono con il ruolo di referenti per conto della scuola». 

Stefania Brusca

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