Ortiche e piaceri nell’Otello di Guicciardini

Titolo: Otello. Autore: William Shakespeare. Traduzione: Masolino D’Amico. Regia:  Roberto Guicciardini. Scene: Piero Guicciardini. Costumi: Maurizio Millenotti. Luci: Luigi Ascione. Interpreti: Sebastiano Lo Monaco, Massimiliano Vado, Mirko Rizzotto,Marta Richeldi, Massimo Regio. Produzione: Sicilia Teatro e Teatro Grandinetti Lamezia Terme.

Era il 1604 quando quest’opera dell’illustre drammaturgo inglese fu rappresentata per la prima volta alla corte di re Giacomo Stuart. Sono passati quattro secoli, ma la sua forza dirompente non cessa, la sua tematica rimane sempre attuale. Anche nella versione voluta da Roberto Guicciardini, che punta molto sull’espressività degli attori e il vigore del linguaggio, tralasciando ogni frenesia di vezzi e modernità.

Nella fedele traduzione di Masolino D’Amico ritroviamo la potenza shakespeariana che si sviluppa nelle vicende del valoroso generale Otello, meglio noto come il Moro di Venezia. Questi, innamoratosi della bella e virtuosa Desdemona, la sposa in segreto e i due si trasferiscono insieme a Cipro, dopo aver sconfitto i Turchi su incarico del governo veneziano. Proprio sull’isola scoppia il dramma: Otello, lasciatosi influenzare da Iago, inizia a nutrire il sospetto che l’adorata abbia una relazione extraconiugale con il luogotenente Cassio, suo amico. Il diabolico stratagemma di Iago è così sintetizzato in una sua battuta: “Sono ben intonati, ci penso io a rovinare questa armonia!”. A nulla serviranno le parole della moglie per difendere la sua fedeltà e la sua virtù; ormai il dubbio si è insinuato nel Moro, già insicuro e fragile per svariati motivi (il suo non sentirsi fino in fondo accettato dalla società per via del suo colore, il considerarsi troppo vecchio e poco adatto per una donna così avvenente). Ed ecco che il tormento della gelosia corrompe tutto ciò che di puro e sincero nutriva il loro sentimento, portandolo a scorgere in ogni piccolo dettaglio una prova dell’adulterio. Fino al triste epilogo nel quale l’innocente e ignara Desdemona trova la morte per mano dello stesso Otello che, una volta scoperto il tragico errore, si suicida.

A portare in scena – fino a Pasqua – sul palco del Teatro Verga la cieca gelosia del generale della repubblica di Venezia è stato Sebastiano Lo Monaco, apprezzato attore teatrale e televisivo. Al suo fianco Marta Richeldi, nel ruolo del “pleonastico angelo biondo”. Sul palcoscenico anche Massimo Reggio (Brabanzio), Mirko Rizzotto (Cassio), Massimiliano Vado (Iago), insieme ai tanti altri attori, coordinati in una girandola e coralità di movimenti che valgono già a creare una discreta scenografia. Dietro il sipario infatti solo una pedana in legno, inclinata per conferire il senso della prospettiva, e un telo nel fondo che rappresenta un cielo variabile come l’interiorità del protagonista: ora nuvolo, ora tinteggiato dai colori delicati del tramonto. 
 
Sebastiano Lo Monaco dà vita ad un Otello universale con un’interpretazione forte e misurata, volubile e tortuosa, capace di catturare l’attenzione della platea, rivolgendo ad essa il suo sguardo intenso e diretto. Lo strazio, il dissidio, la follia sono rappresentati con rara violenza; i movimenti del corpo e del volto sostengono un linguaggio che continuamente varia registro, nell’alternanza di attimi di lucidità a momenti di insania mentale. Così come l’amore angelico della eterea Desdemona che si avvicenda alla passione smisurata del protagonista maschile; una passione che è sospensione della volontà, calore del sangue perché, come dirà Iago,“i corpi sono i giardini e la nostra volontà è il giardiniere: siamo noi a decidere se piantare ortiche o piaceri”.
Per quanto riguarda la durata dello spettacolo, la scelta del regista fiorentino è ricaduta su una compressione dei cinque originari atti in soli due, forse troppo lunghi. Lo spettacolo risulta infatti un po’ troppo lento, soprattutto nella prima parte (che dura un’ora e mezza), eccessivamente monografica e statica, priva dei forti toni e colpi di scena che animano invece il secondo atto. 

A conclusione, successo e clamore per le doti non proprio nascoste di uno degli attori più piacenti e freschi del cast, soprattutto da parte di un audience femminile di giovanissime ed apprezzamenti anche per il piacevole fuori programma che nella seconda serata ha visto protagonista Sebastiano Lo Monaco. L’attore di Floridia, smessi i panni di Otello e rivestiti quelli del cabarettista, dopo gli applausi finali, ha interagito col pubblico in un ironico scambio di opinioni sullo spettacolo, confermando il suo talento istrionico.

Benedetta Motta

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