Il Comune di Catania ha pubblicato il bando per l’assegnazione della prima porzione di orti urbani realizzati a Librino in viale Castagnola, vicino alla scuola Campanella Sturzo. La gara d’appalto riguarda dieci appezzamenti di terreno con finalità sociale, didattica, familiare e associativa mentre a contenderseli possono essere istituto scolastici e attivisti. Vaglia le varie proposte una commissione creata ad hoc, quella soprannominata proprio Orti urbani, che ha anche il compito di redigere la graduatoria e controllare che tutti i concorrenti abbiano i requisiti necessari a gestirli. Il progetto è stato approvato con una delibera della giunta di Enzo Bianco nel mese di febbraio su proposta dell’assessore al Decoro urbano Salvo Di Salvo e del collega dell’Ecologia Rosario D’Agata. Ma a sollevare la polemica sulla realizzazione dell’opera è il consigliere del Partito democratico Niccolò Notarbartolo. Durante l’ultima riunione del Consiglio, il componente del senato cittadino dichiara che «in occasione dell’audizione dell’ingegnere Filippo Riolo in commissione Lavori pubblici, il professionista della Multiservizi ha detto che i loro operai sono stati spostati dalle strade agli orti di Librino».
Il nodo, in questo caso, sarebbe che «la sottrazione della manodopera a strade, marciapiedi e buche per riversarla nell’attività a Librino lascia inevasi molti lavori», continua. Sottolineando «il mio plauso e la mia completa approvazione degli orti urbani». La questione rientrerebbe in un discorso di priorità definite dall’amministrazione comunale. «Non sarebbe stato meglio se il Comune si fosse rivolto a qualche ditta esterna?», domanda Notarbartolo. «Perché per potere fare questo tipo di interventi l’ente ha cambiato la parte tecnica del contratto di servizio della società. Un’iter sul quale chiederò chiarimenti», conclude l’esponente del Pd di Palazzo degli elefanti. «L’utilizzazione del personale è stata decisa nel pieno della legittimità e non credo proprio che che si sfiori nessuna soglia dell’inopportunità», replica l’assessore D’Agata. «D’altra parte – continua il componente della giunta – gli operai che abbiamo a disposizione sono quelli sia per lo scerbamento che per piccoli lavori di manutenzione e muratura».
Gli orti urbani dell’area periferica della città coprono un’estensione di circa tre ettari e mezzo. A spiegare le altre caratteristiche è l’ufficio stampa istituzionale: «L’assegnazione avrà durata quadriennale con possibilità di rinnovo, pagando un canone annuo che sarà stabilito dal Comune. Gli orti devono essere coltivati direttamente dagli assegnatari o dai loro familiari, senza manodopera retribuita mentre – prosegue la nota informativa – l’amministrazione fornirà ogni lotto di un punto acqua per l’irrigazione e gli assegnatari potranno acquistare a prezzi agevolati piantine, bulbi, sementi, fertilizzanti e antiparassitari naturali. Negli orti non sarà consentito rimanere nelle ore notturne, tenere animali da compagnia o da allevamento e accendere fuochi o braci». Un complesso che per la sua realizzazione necessita quindi della manodopera di cui parla Notarbartolo.
«Noi abbiamo degli ordini di servizio che derivano dall’amministrazione», interviene il presidente della Multiservizi Michele Giorgianni. Che spiega: «Il Comune ci dice di dovere riparare o fare una cosa e noi provvediamo: senz’altro abbiamo delle difficoltà perché la città ha molte carenze a livello di manutenzione e non possiamo evaderle tutte quante in tempi celeri». In questo caso «l’amministrazione ci ha dato come priorità l’ordine di servizio relativo agli orti urbani di Librino e la società se n’è occupata. Poi, non ci sono dubbi che se riuscissimo ad assumere altri dipendenti potremmo fare un servizio migliore ma sappiamo tutti quali sono le condizioni economiche del Comune e della società», conclude.
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