«L’Islam non è questo. I morti di Parigi sono vittime di criminali, di cani rognosi». È addolorato e arrabbiato insieme Adham Darawsha. L’orrore che assedia la Francia è quello di tutta l’Europa, colpita ancora una volta nella sua rassicurante quotidianità. Sette attentati in una notte, 127 morti con una stima ancora non definitiva, quasi duecento feriti. «Non si può cedere alla paura, non possiamo permettercelo» ripete. Perché farlo significherebbe «fare il loro gioco». Il presidente della Consulta delle culture nato a Nazareth e che a Palermo ha trovato la sua strada, una laurea in medicina e la voglia di dar voce ai migranti che hanno scelto il capoluogo siciliano, invita a reagire con «dignità e orgoglio».
Cosa è l’Islam? «Quello che in Algeria, Siria, Iraq, in parte dell’Afghanistan da 30 anni sta combattendo questi deviati e che continua ancora oggi a non arrendersi». Nonostante i morti e i feriti. Una contabilità quotidiana fatta di sangue e lapidi. «L’Isis è il nemico comune di tutta l’umanità – dice – ed è per questo che occorre rivedere l’intera politica europea».
Le vittime pesano sulla coscienza. Di tutti. «Il silenzio, il non voler vedere oltre il proprio naso, assistere a un Iraq smembrato e pensare che questo non avrebbe avuto conseguenze nella nostra vita, nelle nostre case – prosegue – è stato un errore. L’Europa ha permesso che interi Paesi venissero distrutti, credendo che la guerra che si combatteva al di là del Mediterraneo non fosse la sua». Eccolo per Adham Darawsha l’inganno, la visione distorta e superficiale. Uno scontro che non ci appartiene oppure, peggio, usato per sovvertire dittature. «Oggi il Medioriente è uno scacchiere impazzito – dice amaro –. Per curare una faringite abbiamo usato un cancro. Adesso è arrivato il momento si sedersi tutti intorno a un tavolo, di capire che è un tumore che va estirpato e che per farlo serve la collaborazione di tutti i Paesi del mondo – aggiunge -. Vanno fermati perché sono una minaccia per l’umanità intera».
Per dire “No” al terrorismo, all’estremismo religioso e alla guerra oggi la Consulta delle Culture e il Comune hanno organizzato un sit-in di solidarietà con i cittadini e le cittadine di Parigi. L’appuntamento è alle 16 in piazza Verdi davanti il Teatro Massimo. «È importante esserci – conclude Darawsha – per ribadire che non abbiamo paura, che siamo addolorati, piangiamo i nostri morti e li seppelliremo ma non pieghiamo la testa. La storia ci insegna che la civiltà ha sempre battuto il male e che gli orrori possono essere fermati. Tra tre giorni partirò per la Francia per rappresentare il Comune di Palermo. Ho le valigie pronte e non ho paura».
Intanto la Giunta comunale ha deciso che, da oggi sino a lunedì, siano esposte a mezz’asta le bandiere in tutti gli uffici comunali. Lunedì, invece, è stato proclamato il lutto cittadino. Gli spettacoli teatrali nelle strutture cittadine saranno preceduti da un minuto di silenzio e stasera il Teatro Massimo sarà illuminato all’esterno con i colori della bandiera francese. «Mai come ora – dice il sindaco Leoluca Orlando – è necessario mostrare solidarietà e coesione nel rifiutare qualsiasi forma di violenza e di estremismo barbaro».
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