Com’è nel suo stile, Orlando si difende attaccando. E il sindaco di Palermo lo fa anche sul caso Montante. Nei giorni scorsi l’arresto dell’ex esponente di Confidustria, che negli anni si era caratterizzato per una sbandierata legalità, ha messo in luce anche i rapporti con la classe politica locale, regionale e nazionale. Tra i nomi citati nell’inchiesta c’è anche quello del primo cittadino, che avrebbe chiesto favori proprio a Montante. Orlando però non ci sta, e nella sua pagina Facebook allega l’atto di citazione con cui Sicindustria gli aveva chiesto, a gennaio di quest’anno, un risarcimento di un milione di euro per diffamazione. Segno, insomma, che i rapporti tra i due erano tutt’altro che idilliaci.
«È noto e non è mistero – scrive Orlando – che fino al 2010, da rappresentante delle istituzioni a vario livello, è capitato di avere contatti con i vertici di Sicindustria. È normale che di fronte a prese di posizione pubbliche di quegli anni che apparivano o lasciavano immaginare una scelta netta contro la mafia e la corruzione, da politico e rappresentante istituzionale abbia espresso il mio apprezzamento. Un sistema confindustriale che in Sicilia ha preteso per diversi anni di avere il volto della legalità ma ha mostrato l’agire dell’illegalità, come da me più volte affermato e anche segnalato in sedi e a istituzioni aventi anche poteri e funzioni giudiziarie».
Già il 17 maggio, all’indomani del fermo domiciliare – che si è tramutato ieri in carcere – Orlando aveva ribadito come il «quadro che si delinea con le notizie sull’indagine della Procura di Caltanissetta sugli intrecci fra potere confindustriale e governo regionale è sempre più fosco». Annunciando inoltre che il Comune di Palermo si costituirà parte civile nel procedimento giudiziario.A distanza di pochi giorni, quindi, il sindaco di Palermo torna all’attacco, specificando la sua posizione.
«È altrettanto noto, e ribadito dagli stessi vertici di Sicindustria, che per questo mi accusano di un presunto danno d’immagine, che dal 2010, quando a parole e prese di posizione seguivano comportamenti e fatti in direzione diametralmente opposta, ho rotto qualsiasi contatto con quell’associazione, criticandone apertamente e chiaramente l’ambiguità e il pericoloso ruolo svolto rispetto alla politica e ai governi regionali. Mentre spetterà alla magistratura – aggiunge – proseguire il proprio lavoro di indagine e sanzione di comportamenti illeciti, quale sia il rapporto fra me e Sicindustria è certificato appunto nella citazione nella quale sono proprio loro a ricostruire le mie prese di posizione pubbliche. Tutto il resto, comprese le parole degli indagati rilasciate per creare cortine fumogene, è del tutto irrilevante».
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