«La sensazione che abbiamo ricavato in questi mesi, e che oggi ha avuto conferma con l’audizione di Orlando, è che anche dietro alcune difficoltà legate alla discarica di Bellolampo ci sia la preoccupazione che questa possa in parte supplire a uno smaltimento rifiuti che è stato monopolio dei privati per molte stagioni». L’impianto pubblico di smaltimento dei rifiuti di Palermo dà fastidio a molti, secondo quanto dice a Meridionews il presidente della Commissione Antimafia all’Ars Claudio Fava, che oggi ha sentito sul tema il sindaco di Palermo Leoluca Orlando.
A denunciare «troppe anomalie nel comportamento di alcuni uffici e Agenzie» era stato lo stesso primo cittadino, anomalie che, aggiunge Orlando, si traducono anche «in ostacoli all’operato della Rap, unica azienda pubblica in Sicilia a possedere una discarica e un Tmb certificati e in linea con tutti i dettati di legge». Tutto questo mentre si cerca di ragionare su più livelli per arginare la crisi di Bellolampo.
Tesi che trovano riscontro, quindi, in quanto ipotizzato anche dalla stessa Commissione durante gli ultimi due anni e sulle quali ora la stessa avvierà un’indagine a partire dalla prossima settimana. «È da tempo che ci si rende conto – afferma Fava – che la tara di un sistema fortemente in mano ai privati si manifesta in molte forme e probabilmente anche le vicende palermitane sono conseguenza dell’anomalia e della patologia complessiva del sistema in Sicilia». E poi spiega più nel dettaglio: «Bellolampo non è una discarica amata dai privati – sottolinea – perché rischia di essere un esempio virtuoso di come, ripubblicizzando l’intero settore, lo smaltimento di rifiuti diventi un punto terminale di un lavoro di infrastrutturazione e di investimento da parte della Regione, e non una somma di interventi privati che hanno rappresentato fino ad adesso per la Regione un costo ben superiore ai 200 milioni di euro l’anno».
La sensazione di cui parla il presidente della Commissione Antimafia quindi è che accanto ad alcune cose che sono accadute «possano anche esserci interessi convergenti verso il primato dei privati nello smaltimento dei rifiuti. La preoccupazione – aggiunge – è che in questa convergenza di interessi possano esserci anche la presenza e gli interventi della criminalità organizzata e tutto questo rende la vicenda ancora più preoccupante e complessa». Quindi, sulla base di quanto detto oggi nel corso dell’audizione di Orlando, «Cominceremo a partire dalla settimana prossima a sviluppare una indagine di approfondimento – precisa Fava – non soltanto sugli episodi giudiziari ma anche su quello che è avvenuto prima di questi nel settore dello smaltimento rifiuti in Sicilia».
Più nel dettaglio nel corso dell’incontro si è parlato di «una fatica» nel trovare punti di sinergia e convergenza tra alcuni uffici regionali, l’attività del Comune di Palermo, la discarica di Bellolampo e la Regione Siciliana. «Un concerto di azioni e di omissioni – afferma Fava – che sta determinando da una parte le condizioni di grande disagio in cui si trova oggi il Comune di Palermo e dall’altra un incremento costante, quasi esponenziale, dei privati, che sembrano essere l’unica soluzione possibile allo smaltimento». Da qui quello che viene definito nelle parole del presidente della Commissione «un sistema di monopolio privato sul ciclo dei rifiuti» che va a braccetto con «i ritardi nella realizzazione degli impianti pubblici».
Tutto questo rientra negli approfondimenti «che faremo nelle prossime settimane – afferma – che partono da una constatazione che oggi è stata raccolta e che è condivisa da tutti i Comuni siciliani: siamo davanti a una emergenza istituzionale e non solamente ambientale, perché a fronte a una situazione di grande emergenza e precarietà continuano ad esserci atti ripetuti di omissione e di reticenza in diverse direzioni. L’emergenza è politica e istituzionale non soltanto un problema che si risolve sul piano tecnico e sul piano finanziario». In questo contesto la commissione ha però preso atto di una nota positiva ovvero «le intenzioni dell’assessore Pierobon – distingue il leader del movimento CentoPassi – ma ci appaiono da approfondire alcune scelte delle agenzie regionali preposte ai controlli: non vorremmo trovarci davanti ad una doppia governance in cui gli sforzi per superare situazioni di crisi vengono ostacolati da altri settori della stessa amministrazione regionale, a danno della collettività».
Lo stesso Orlando ha annunciato che, subito dopo l’audizione in Commissione Antimafia Regionale, avrebbe chiesto al deputato Stefano Vignaroli e al senatore Nicola Morra di essere ascoltato dalle Commissioni bicamerali da loro presiedute. Una richiesta sostenuta oggi anche dal deputato Leu Erasmo Palazzotto che ha inviato una lettera proprio a Morra: «Alla luce delle recenti dichiarazioni del sindaco di Palermo, appena audito dalla Commissione Regionale Antimafia, e di quelle del Presidente della Regione Sicilia che in maniera diversa denunciano una volontà politica di mantenere nel caos l’intero ciclo dei rifiuti, e nel caso del sindaco di Palermo anche di anomalie volte a favorire interessi privati, chiedo formalmente di concordare anche con la Commissione Parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei Rifiuti un’audizione in seduta comune del sindaco di Palermo e del Presidente della Regione Sicilia al fine di avviare un’indagine che porti a fare chiarezza sulle infiltrazioni mafiose nel ciclo dei rifiuti dell’Isola».
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