Così tanti giornalisti a Palermo si vedono solo per i grandi eventi. All’appello non mancava nessuno: televisioni e quotidiani, regionali e nazionali, tutte le agenzie di stampa e una marea di fotografi. Segno che la candidatura a sindaco del capoluogo siciliano, di Leoluca Orlando, è una notizia destinata a fare rumore. In una gremitissima sala dell’Excelsior, stamattina, appena poco dopo le 11.30 l’annuncio ufficiale: “Palermo ha bisogno di una alternativa alle clientele, alla mafia, agli imbroglioni. Ha bisogno di tornare nel circuito internazionale, ha bisogno di instaurare un dialogo con le forze produttive, ha bisogno di crescere coniugando le sue tradizioni con lo sviluppo economico. In questo momento la città è in default.Basta grandi centri commerciali, che distruggono la città. Servono i centri commerciali di territorio, di quartiere. Serve una svolta nella raccolta differenziata, bisogna puntare sulle nuove tecnologie, sulla cultura. Ecco perché mi candido. Per dare un seguito a tutto ciò”.
L’ex sindaco della Primavera di Palermo è stato ancora più esplicito: “Giù le mani da Palermo” ha rimarcato con un tono deciso “e lo diciamo a chi pensa di giocare sulle spalle della città una partita nazionale. Lo diciamo a Veltroni, ad esempio. Quando era sindaco di Roma nessuno si permetteva di intromettersi in faccende romane, ci ricambi la cortesia. Giù le mani da Palermo: lo diciamo al presidente della Regione, quel Lombardo che è indagato per mafia. Giù le mani da Palermo: lo diciamo agli imbroglioni che hanno inquinato le primarie. E, ovviamente lo diciamo alla mafia e a chi crede di potersi arricchire sulle spalle dei cittadini”.
L’entusiamo dei suoi sostenitori è palpabile e si manifesta con continui applausi. Le domande dei giornalisti incalzanti. I più vogliono sapere cosa gli ha fatto cambiare idea. Orlando, infatti, prima delle celebrazioni delle primarie del centrosinistra (sulle quali sta indagando la magistratura palermitana per presunti brogli) aveva detto che non si sarebbe candidato.
L’esponente dell’Italia dei Valori va dritto come un treno: “Avevo detto che non mi sarei candidato perché ero certo che ci sarebbe stata una competizione leale. Mi sbagliavo. Queste primarie sono inquinate e non possiamo cedere il passo all’illegalità. Vero è che i garanti hanno confermato il risultato, anche se hanno detto esplicitamente che o spirito delle primarie era stato tradito. ma spettava ai partiti farsi carico della questione etica e annullarle, come è successo a Napoli. Non possiamo allearci con chi calpesta le regole. Nella foto di Vasto non c’erano partiti che imbrogliavano le primarie o che si alleavano con inquisiti per mafia. Per questo non possiamo allearci con il centrosinistra palermitano. Mi candido” ha aggiunto “per affermare la libertà di voto, andrò dal ministro Cancellieri per assicurami che non si imbrogli, a meno che non dovremo fare ricorso agli osservatori dell’Onu…” E ancora: “Ferrandelli? Aveva cominciato bene, poi forse per la giovane età, eccesso di protagonismo, e ingenuità, è finito nelle mani di Cracolici e Lumia, i compari di Lombardo. E’ diventato così uno strumento, e il suo percorso ha finito per diventare vizioso, quando ha minimizzato i brogli, anzi, è andato anche a dare solidarietà a chi è indagato per quegli stessi brogli”.
E così, il sindaco della Primavera di Palermo, ritorna in campo. E la sua candidatura farà passare qualche brutto momento a chi, in entrambe le coalizioni, si sentiva già mezza vittoria in tasca.
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