«Si ritiene attesa la gravità delle accuse, che ledono l’immagine e il decoro della professione medica, che il dott. Massimo Buscema non possa continuare a garantire l’affidabilità e la correttezza istituzionale richieste nello svolgimento del delicato incarico di presidente di un Ordine professionale». È con queste parole che il ministero della Sanità guidato da Giulia Grillo avvia l’iter per il commissariamento dell’Ordine dei medici di Catania per via del rinvio a giudizio di Buscema con le accuse di abuso d’ufficio, diffamazione, rifiuto e omissione di atti d’ufficio.
All’inizio di gennaio 2019 il capo dei medici catanesi andrà a processo perché, secondo l’accusa, ha offeso un paziente affetto da diabete mellito che si era presentato all’ospedale Cannizzaro dopo avere prenotato regolarmente una visita. Per i magistrati, alla richiesta di informazioni sui tempi del controllo da parte dell’utente, Buscema avrebbe risposto prima con delle offese e poi ordinando che nessun medico del reparto visitasse il paziente. Ma i motivi di imbarazzo, per il presidente dell’OdM, non si concludono qui: a giugno è rimasto coinvolto in una rissa in largo Sarajevo per una mancata precedenza in automobile, e lo stesso mese la procura di Catania ha notificato al Consiglio direttivo dell’ordine una richiesta di rinvio a giudizio per calunnia.
I consiglieri dell’ordine professionale, nel frattempo, si sono dimessi in blocco. E cinque di loro hanno proposto, l’1 agosto, il commissariamento direttamente al ministero. Il quale avrebbe accolto la loro istanza, disponendo il commissariamento di un organismo ormai composto da soli sei consiglieri su 17. «Ripristinato il plenum del Consiglio – aveva detto Massimo Buscema a MeridioNews – mi dimetterò subito». Adesso, però, le decisioni spetteranno direttamente a Roma.
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