Sono centonove gli italiani indagati e otto gli arrestati per pedopornografia a seguito delle ultime indagini della Procura distrettuale di Catania in collaborazione con la Polizia Postale etnea nell’ambito dell’operazione investigativa Strike. Tutti uomini tra i 50 e i 60 anni, tra cui quattro siciliani: un catanese, un trapanese e due siracusani, di cui un sessantenne pensionato tra quelli in manette. «Il materiale sequestrato in suo possesso era tale da procedere all’arresto», dichiara Marcello La Bella, dirigente della Polizia postale di Catania.
Milioni di file sequestrati, molti dei quali ancora da controllare. «E’ il risultato di una lunga e complessa operazione di indagine internazionale che, nell’ambito dei reati compiuti via Internet, richiede la collaborazione della polizia giudiziaria anche straniera», dice Marisa Scavo, sostituto procuratore etneo specializzata nella lotta alla pedofilia. «Per questo dal 2009, quando la competenza ad investigare su reati di pedopornorafia on line è stata affidata a tutte le procure distrettuali, è stato necessario formare delle squadre investigative sovranazionali che, collaborando tra loro, arginassero questo fenomeno sempre più diffuso. E con dati allarmanti».
«Le indagini sono ancora in corso. Questo è solo uno dei primi step», chiarisce La Bella. «La Procura della Repubblica di Catania ha segnalato alla Germania un sito in cui era possibile scambiare file di tipo pornografico che coinvolgevano diversi minori – spiega il Procuratore capo Giovanni Salvi – Da qui si è proceduto, con la collaborazione della polizia tedesca, prima all’identificazione dei soggetti coinvolti e poi al sequestro del materiale e agli arresti». Questa fase della più ampia e complessa operazione Strike, avviata nel 2010, riguarda infatti la segnalazione di un sito tedesco che in appena due mesi aveva registrato oltre 44 mila accessi per immagini di bambini coinvolti in atti sessuali, nella sezione Teen group. Ma anche il controllo di un altro aspetto più generale: la diffusione di materiale pedopornografico su Internet. «Abbiamo collaborato con i colleghi tedeschi nel monitoraggio di eDonkey2000, una rete su Internet in cui era possibile non solo visionare ma anche scambiare materiale di questo tipo», dice La Bella.
Indagini che non riguardano quindi, solo la detenzione di materiale pornografico a danno di minori. Tutti gli arrestati, infatti, possedevano e divulgavano ingenti quantità di materiale video e foto ritraente bambini nudi, soprattutto di età preadolescenziale, o costretti ad atti sessuali anche con adulti. Come nel caso di un napoletano, arrestato dopo il sequestro di oltre 436 mila file di pornografia minorile, molti dei quali realizzati da lui stesso. «Un informatico che riprendeva, a loro insaputa, degli adolescenti mentre si spogliavano nel bagno di casa sua prima delle attività fisiologiche», racconta il comandante. E’ questo uno dei motivi per cui «dopo questa prima fase si apriranno sicuramente diversi filoni», dice il comandante. «Alcuni degli arrestati, infatti, sono stati fermati con un enorme quantitativo di filmati, molti dei quali prodotti da loro».
[Foto di Ross Mayfield]
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