Operazione Castigo, le condanne in Appello «Picanello piazza di spaccio dalle 17 alle 21»

Sono arrivate in questi giorni
sei condanne in Appello per un’operazione antidroga del 2012. È l’inchiesta Castigo, eseguita dai carabinieri di Catania nel quartiere di Picanello. L’indagine in quei giorni aveva portato all’emissione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di dieci persone. Per sei di queste arriva adesso l’esito del secondo grado di giudizio. Sono stati arrestati così Raffaele Salvatore Nolfo (43enne già ai domiciliari), condannato a nove anni e quattro mesi; Francesco Pulvirenti (34enne, già ai domiciliari), condannato a dieci anni e quattro mesi; Giovanni Giordano (34enne), condannato a sei anni e nove mesi; Luca Odorifero (31enne), condannato a tre anni e quattro mesi; Antonina Scuderi (60enne), condannata a quattro anni e nove mesi; Alfio Casabianca (28enne), condannato a otto anni e cinque mesi

Sono tutti ritenuti responsabili di produzione, traffico e spaccio di sostanze stupefacenti. A eccezione di Nolfo, accusato anche di evasione, e di Pulvirenti, che dovrà rispondere anche di detenzione illegale di armi. Le indagini, quattro anni fa, erano partite dalle telefonate di diversi cittadini che segnalavano lo spaccio di droga tra via Tartini e via Macaluso, nel quartiere di Picanello. Era servito poco per riscontrare i fatti e individuare le persone che controllavano e gestivano lo spaccio di marijuana – in modo esclusivo – in tutto il rione.

Le riprese delle telecamere e le intercettazioni ambientali avevano permesso di eseguire numerosi controlli e sequestri nei confronti dei consumatori. Oltre che l’individuazione dei nascondigli usati dai pusher per mettere da parte la droga. Non mancavano neanche le armi che il clan aveva a disposizione.
La piazza di spaccio era aperta dalle 17 alle 21, tutti i giorni, compresi i festivi. E ciascun arrestato aveva un incarico ben preciso: dal contatto con gli acquirenti, al lavoro di vedetta, passando per l’approvvigionamento quando l’erba scarseggiava. Un giro d’affari da 1800 euro al giorno, che venivano custoditi dalle donne.

Redazione

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