Ong, procura di Catania restituisce cellulari a Proactiva Erano sequestrati per indagine su rapporti coi trafficanti

Sono stati dissequestrati i cellulari di Marc Reig Creus e Ana Isabel Montes Mier, il comandante e la capa missione di Proactiva Open Arms. I telefoni erano stati acquisiti dalla procura di Catania a fine aprile, con un provvedimento che rimarcava la volontà dei magistrati guidati dal procuratore Carmelo Zuccaro di continuare a indagare sulla ong spagnola, anche dopo che il fascicolo era stato trasferito a Ragusa nel momento in cui era caduta l’ipotesi di reato di associazione a delinquere per i fatti accaduti un mese e mezzo prima in mezzo al Mediterraneo. Era metà marzo quando l’Open Arms, dopo avere salvato oltre duecento migranti, prima si rifiutò di cederli ai militari libici e poi proseguì verso la Sicilia, sotto il coordinamento della centrale operativa della guardia costiera italiana ma senza chiedere a Malta la possibilità di attraccare.

Negli ultimi mesi l’inchiesta è passata in secondo piano, anche per via della vicenda della nave Diciotti e di ciò che ne è seguito a livello non solo politico ma anche giudiziario. «Non conosciamo ancora i risultati delle analisi effettuate dal perito nominato dalla procura – commenta Rosa Emanuela Lo Faro, legale di uno degli indagati – ma, come abbiamo già detto, siamo tranquillissimi perché nei cellulari non c’è nulla di compromettente. Anche i magistrati se ne accorgeranno». Per averne l’ufficialità bisognerà però attendere. «Non conosciamo i tempi specifici, ma restano quelli dell’indagine che oramai va avanti da oltre sei mesi», prosegue Lo Faro, che ha dovuto inoltrare due volte la richiesta di dissequestro. «Resta un’indagine strana, perché anche se i fascicoli erano ormai passati a Ragusa il sequestro è stato disposto da Catania, poi però a indagare è la Squadra mobile iblea».

Nell’attesa di conoscere cosa deciderà la procura di Catania, che a marzo aveva sequestrato disposto il sequestro dell’imbarcazione poi revocato dal gip di Ragusa, Proactiva si è spostata in questi mesi in Spagna. «La decisione segue la chiara ostilità del governo italiano nei confronti dei salvataggi in mare – commenta Lo Faro -. Chi ha interesse a evitare che la gente muoia, se può, evita di imbattersi continuamente in polemiche e ostruzionismi». È di ieri, intanto, la notizia della proposta da parte dei parlamentari europei Elena Valenciano (Socialisti) e Ernest Urtasun (Verdi) di assegnare il premio Sakharov per i diritti umani alle Ong impegnate nell’ultimo anno nel Mediterraneo. 

Simone Olivelli

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