Omicidio Playa, l’assassino ha confessato E’ indagato a Brindisi per un altro delitto

Ha un volto e un nome. Si chiama Zakaria Ismaini, originario del Marocco ma da diversi anni residente in Italia. E’ lui, secondo gli investigatori della Squadra mobile di Catania, l’assassino di Letizia Consoli. La donna, catanese di 50 anni, la cui identità era rimasta avvolta nel mistero dopo il rinvenimento del suo cadavere lo scorso 7 febbraio a qualche centinaio di metri dalla riva del lungomare della Playa. L’uomo, già con diversi precedenti penali alle spalle per lesioni e droga, ha confessato, dopo il suo arresto, davanti al sostituto procuratore Giovanella Scaminaci. «Tra i due c’era forse un rapporto di semplice amicizia – spiega il magistrato della Procura etnea – la signora dopo essere rimasta vedova era solita passeggiare lungo quelle spiagge». Ancora da definire è invece il movente, anche se in sede d’interrogatorio il presunto omicida avrebbe parlato di «una sorta di raptus o improvvisa crisi». 

L’uomo, al momento in stato di fermo in attesa della convalida dell’arresto, è indiziato di omicidio pluriaggravato e tentato occultamento di cadavere. Sulle sue spalle pesa anche l’aggravante di aver agito con estrema crudeltà. Sulla vittima erano infatti presenti profonde ferite da taglio lungo varie parti del corpo oltre a diverse ecchimosi al viso. Il 7 febbraio scorso, giorno del ritrovamento del corpo a largo, all’interno di un bungalow parzialmente dato alle fiamme, del Villaggio turistico europeo, lungo il viale Kennedy, erano state rinvenute diverse tracce ematiche oltre a un reperto che venne identificato come l’arma del delitto. Un pezzo di trave in legno con una estremità appuntita. Con ogni probabilità, secondo la ricostruzione della polizia scientifica, Letizia Consoli sarebbe stata uccisa e successivamente trascinata verso il bagnasciuga per poi essere gettata in acqua.  

Le indagini su Ismaini sono iniziate la stessa sera in cui venne compiuto il delitto. Era infatti il custode del villaggio balneare, mentre la sua dimora invece era a pochi passi, in un alloggio del lido le Capannine. Grazie all’autorizzazione alle intercettazioni telefoniche sull’utenza dell’uomo si è appreso come l’indagato fosse già sottoposto a intercettazioni da parte della Procura di Brindisi per un altro omicidio. Dall’analisi dei suoi tabulati sono emersi inoltre i contatti con una scheda intestata proprio alla Consoli. 

A fare stringere il cerchio sul custode, oltre al riconoscimento della donna da parte dei parenti, la visione dei filmati degli impianti di video sorveglianza del villaggio dove l’uomo aveva dimorato nella notte tra il sei e il sette febbraio. Nella «complessa indagine», così come l’ha definita il Questore Marcello Cardona, anche un minuzioso lavoro sulle denunce di scomparsa o allontanamento di persone su tutto il territorio nazionale.

«Era concreto – ha spiegato Antonio Salvago, dirigente della Squadra mobile – il pericolo di fuga. Le conversazioni telefoniche di Ismaini in lingua araba evidenziavano l’intenzione di lasciare il nostro Paese». Il presunto omicida è stato rintracciato nel pomeriggio di sabato all’interno di un peschereccio ormeggiato nel porto di Catania.

Ismaini, secondo la procura di Brindisi, sarebbe il responsabile di un altro omicidio commesso nella notte tra l’8 e il 9 novembre 2014 in Puglia. La vittima, Cosimo Mastrogiovanni di 63 anni, venne ritrovata qualche giorno dopo carbonizzata all’interno della sua abitazione nel Comune di Latiano. In questa occasione secondo le indagini dei Carabinieri coordinate dal Sostituto Giuseppe De Nozza, un tentativo di rapina a margine di un incontro organizzato tramite un sito-web d’incontri, sarebbe culminato nel delitto. 

Soltanto l’esame istologico chiarirà invece su Letizia Consoli eventuali violenze di natura sessuale. La donna nel novembre dello scorso anno aveva già fatto perdere le sue tracce. In quel caso però si era allontanata per una vacanza senza informare i propri parenti. 

Dario De Luca

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