«Luca Priolo è affetto da crisi di ansia e depressione che possono portarlo al suicidio, se si dovesse aggravare». L’analisi sullo stato di salute dell’uomo che confessato il delitto dell’ex compagna Giordana Di Stefano – uccisa con 45 coltellate nella periferia di Nicolosi – è dei legali Sergio Di Mariano e Gaetano Agosta. Motivo per cui hanno chiesto al tribunale del riesame di Catania l’annullamento dell’ordinanza di custodia cautelare emessa dal giudice per l’indagine preliminare e l’affidamento del giovane alla comunità di recupero Exodus guidata da don Antonio Mazzi. Un’associazione che peraltro si era già mostrata disponibile ad accogliere il ventiquattrenne.
La procura di Catania, tramite il pubblico ministero Alessandro Sorrentino, ha dato parere negativo. Nonostante Di Mariano e Agosta abbiano presentato una consulenza psicologica e una psichiatrica. La decisione è comunque attesa per i prossimi giorni. Nel frattempo, Priolo continua a negare la premeditazione dell’omicidio e ribadisce che il movente è da collegare a «un raptus del momento» dovuto alla «volontà» di Giordana Di Stefano di non revocare la denuncia per stalking nei suoi confronti, per la quale il giorno del delitto si sarebbe tenuta la prima udienza.
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