Omicidio Alessandro Polizzi: oggi i funerali

Saranno funerali strettamente privati, aperti comunque “a chi voleva bene” al giovane, quelli di Alessandro Polizzi, il 24enne di Perugina, di origini siciliane, ucciso martedì notte nel suo appartamento che divideva con la fidanzata Julia Tosti,19 anni, rimasta ferita durante l’aggressione.

Alle esequie, in programma oggi alle 10,00 nella chiesa parrocchiale di Ponte San Giovanni, a Perugia, parteciperà anche lei. Lo hanno reso noto le famiglie della vittima e quella di Julia Tosti attraverso l’avvocato Luca Maori.

“Potranno partecipare – ha detto il legale – gli amici, i conoscenti e tutti coloro che volevano bene ad Alessandro. Le famiglie, però, chiedono rispetto e quindi non saranno ammessi in chiesa televisioni e fotografi, così come giornalisti che facciano domande alle quali comunque nessuno risponderà”. (a sinistra, foto tratta da giornalettismo.com)

Gli inquirenti sembrano ormai certi che il movente del tragico episodio sia a sfondo passionale. Ad essere indagati per i reati di omicidio e tentato omicidio, infatti, sono l’ex di Julia, Valerio Menenti, di 26 anni, e il padre di quest’ultimo, Riccardo, di 53.

Quando è stato compiuto l’omicidio, l’ex fidanzato della Tosti era ricoverato nell’ospedale di Perugia (dal quale è uscito l’altro ieri) in seguito a una rissa avvenuta nei giorni precedenti proprio con Alessandro Polizzi.

Gli investigatori della Squadra Mobile di Perugia stanno però valutando se possa avere lasciato per qualche ora la struttura sanitaria. Non si escluderebbe l’ipotesi di una terza persona che potrebbe aver avuto un ruolo della vicenda.

Martedì notte, secondo una prima ricostruzione degli inquirenti, Alessandro e Julia sono stati raggiunti da diversi colpi d’arma da fuoco mentre stavano dormendo. Una persona incappucciata avrebbe sfondato la porta dell’appartamento di via Ricci, dove i due convivevano da febbraio scorso. Poi l’uomo ha iniziato a sparare con una vecchia pistola calibro 3 uccidendo Polizzi, e tentando di freddare anche la fidanzata, rimasta ferita ad una mano.

L’assassino aveva le mani coperte da guanti e aveva con sé una spranga servita per scardinare la porta di casa, poi utilizzata anche per infierire sui corpi dei due ragazzi.

La pistola, forse inceppata, è stata ritrovata sul letto e risulta essere un vecchio modello per il quale sarebbe particolarmente difficile risalire al proprietario.

A confermare la causa del decesso è stato l’esito dell’autopsia durata 4 ore ed eseguita ieri dai medici legali, Laura Paglicci Reattelli e Anna Maria Verdelli, che ha stabilito che a uccidere Alessandro è stato un solo proiettile che gli ha trapassato il torace, poi conficcatosi nella mano di Julia. (a destra, una foto, tratta da perugiatoday.it che ritrae Alessandro Polizzi e Giulia Tosti)

Un particolare che aiuta gli inquirenti a ricostruire la dinamica del delitto, insieme alla testimonianza di Julia Tosti, dimessa ieri dall’ospedale.

“L’aggressore – ha detto la ragazza – ha buttato giù la porta di casa, è arrivato nella camera da letto e ha sparato. Il proiettile ha colpito prima Alessandro e poi me sul braccio”.

La giovane, assistita dall’avvocato Luca Maori, ha poi raccontato di aver visto il suo fidanzato lottare con l’assassino nel corridoio. Poi li avrebbe raggiunti e avrebbe visto Alessandro cadere nel corridoio esanime.

“A quel punto – racconta ancora la giovane – ho visto l’assassino infierire su di lui con un spranga”. Poi ha inseguito di nuovo la ragazza fin dentro la camera da letto e l’ha presa a sprangate. “Urlavo – ha detto – e finalmente qualcuno ha sentito”.

Riccardo Menenti, indagato insieme al figlio Valerio si dice del tutto estraneo ai fatti. “Io purtroppo mi trovo catapultato in una situazione pazzesca. Sono tranquillo perché sono innocente”.

Menenti sostiene di essere rimasto nella sua casa di Todi la notte del delitto. “Ci siamo rimasti fino alle 7 di mattina – puntualizza – quando siamo andati da Valerio in ospedale, perché doveva essere operato”. Riccardo Menenti nega anche di possedere un’arma. E precisa di sentirsi una vittima dato che “il figlio, nel giro di due mesi, ha subito tre aggressioni”. E aggiunge: “Poi succede una cosa pazzesca, folle, e improvvisamente ci ritroviamo dalla parte del carnefice. La Polizia ha già fatto due perquisizioni totali delle nostre case, a Ponte San Giovanni e Todi, hanno portato via le nostre macchine. Poi ci hanno fatto il tampone”.

Le indagini intanto proseguono, ferratissime. Si cerca nella cerchia degli amici di Valerio, nell’ipotesi che l’omicidio sia stato compiuto ‘su commissione’, come spedizione punitiva.

Molte le persone sentite nelle ultime ore, mentre sono in corso quelli che vengono definiti gli ‘accertamenti tecnici’.

 

Sabrina Macaluso

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