Omicidio Aldo Naro, gip dispone riesumazione salma «Prima volta che si tenta di prendere un’altra strada»

Il corpo di Aldo Naro sarà riesumato. Così ha deciso il gip del tribunale di Palermo Filippo Serio. Che ha accolto la richiesta di incidente probatorio avanzata dalla Procura. La stessa che cinque anni fa, all’indomani della morte del giovane medico Aldo Naro, ucciso la notte del 14 febbraio 2015 nella discoteca Goa di Palermo, nominava il professore Paolo Procaccianti per eseguire l’autopsia sul corpo. Esame che lo porterà a sostenere che a uccidere il ragazzo sia stato un solo calcio mortale. Un solo colpo sferrato alla nuca, colpo di cui, a pochi giorni dal delitto, si è autoaccusato Andrea Balsamo, che la sera della morte di Aldo era presente al Goa nelle vesti di buttafuori abusivo proveniente dallo Zen e all’epoca minorenne, condannato in seguito a dieci anni. 

«Noi abbiamo depositato nei mesi scorsi la nostra consulenza medica, a firma di un primario dell’ospedale Cannizzaro di Catania e del medico legale Giuseppe Ragazzi, in cui si sostiene invece tutto l’opposto», spiega il legale della famiglia Naro, l’avvocato Salvatore Falzone, che la rappresenta insieme all’avvocato Antonino Falzone. La nomina dei due periti di parte scatta nel momento in cui la famiglia, decisa a chiedere l’avocazione alla Procura generale delle indagini sulla morte di Aldo, tenta di approfondire alcuni aspetti della vicenda rimasti piuttosto nebulosi. Nomina i due esperti che, sulla base delle immagini dell’autopsia, si convincono del fatto che non sia possibile che Aldo Naro sia morto per un solo calcio. Le immagini, infatti, parlerebbero chiaro e restituirebbero «un corpo massacrato».

Per sostenere la tesi che sia morto per più colpi sferrati da più soggetti i due consulenti hanno chiesto di poter visionare la Tac del cranio fatta durante l’autopsia, per avere una conferma. Da qui parte la richiesta alla Procura, ma questo esame nel fascicolo del pubblico ministero non c’è, perché a quanto pare il consulente non avrebbe mai depositato il dischetto. Allora i due esperti si rivolgono al Policlinico che, in quanto struttura sanitaria, ha l’obbligo di conservare esami come questo per dieci anni. Ma l’ospedale dice che quella Tac non ce l’hanno, è andata persa. Lo stesso professore Procaccianti, sentito una settimana fa nel corso del processo a carico di due imputati di rissa aggravata e un terzo accusato invece di favoreggiamento personale, ha precisato che ci fu un guasto nel computer dell’ospedale, per questo quell’esame sparì.

Intanto, la consulenza dei due medici di Catania arriva a conclusioni ben diverse rispetto a quelle cui giunse, cinque anni fa, il medico legale della Procura. «Si sostiene che Aldo sia morto per colpa di più calci, l’emorragia sarebbe stata così potente che non poteva essere stata procurata solo da un colpo – torna a dire l’avvocato Salvatore Falzone -. E quindi a fronte di questa consulenza, che poi è quella che ci ha permesso di far riaprire le indagini per omicidio volontario in concorso, la Procura chiede questo incidente probatorio e il giudice ha fissato un’udienza per il 27 marzo per la nomina dei periti che dovranno occuparsi della riesumazione. È un atto forte, molto. Ci dice qualcosa sulla direzione che si sta tentando di seguire, direzione che prima non era mai stata presa in considerazione».

Da anni, infatti, la famiglia Naro e gli avvocati Salvatore e Antonino Falzone chiedono ulteriori indagini per fare emergere punti della vicenda secondo loro rimasti oscuri e mai approfonditi a dovere. La decisione del gip Serio sembra muoversi, finalmente, proprio in questo senso. Intanto, i famigliari del giovane medico stanno metabolizzando questa ultima novità, contenti da un lato del significato di questa decisione, speranzosi che possa contribuire ad arrivare alla verità su quanto successo quella notte. Sconvolti, dall’altro, perché quello della riesumazione resta sempre, per chiunque, un passaggio inevitabilmente doloroso.

Silvia Buffa

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