Oltre le dimissioni del Papa: la lotta per il controllo dello Ior e altro ancora…

Mentre in queste ore emerge la possibilità che il Conclave per la nomina del nuovo Papa inizi prima della metà di marzo, Benedetto XVI compie l’ultimo estremo, ma fondamentale atto, per la continuità dello Stato Vaticano: quello della nomina del presidente dello Ior, il tedesco Ernst Von Freyberg.

Sempre sul versante nomine Ior, il Pontefice dimissionario ha anche rinnovato la Commissione cardinalizia di vigilanza il cui mandato quinquennale sarebbe scaduto in tempo di sede vacante. Ne fanno parte i cardinali Tarcisio Bertone, segretario di Stato, molto vicino a Ratzinger. Bertone viene confermato nel ruolo di numero uno della Commissione accanto ad alti prelati di cui diremo in seguito.

Contemporaneamente viene diffuso il contenuto di un’intervista rilasciata tempo fa dal Papa al suo biografo Peter Seewald. Ad anticiparla, il magazine tedesco Focus. Il biografo del Santo Padre fa sapere che Benedetto XVI non si è dimesso per il ‘caso Vatileaks’ (il ‘nomignolo’ con in quale, in Vaticano, si definisce lo scandalo legato al trafugamento di documenti riservati). Il Pontefice dice di non sentirsi “né spaesato, né stanco, dopo Vatilikeas e il tradimento del suo maggiordomo”. Alla domanda su cosa ci fosse da aspettarsi dal suo pontificato, il Papa dimissionario risponde così: “Da me? Non molto. Credo che possa anche bastare quel che ho fatto”. Ciò a conferma che lo stato di salute è una scusa per il popolino.

Ratzinger esce di scena per sempre, ma non abbandona i suoi fidati collaboratori e, soprattutto, non consente che finiscano la loro carriera con lui. Anzi. La nomina dell’avvocato Von Freyberg, si legge nel comunicato diramato dal Vaticano, “è il risultato di profonda valutazione e di diverse interviste che la Commissione Cardinalizia ha compiuto, sempre con il supporto del Consiglio di Sovrintendenza. Si è trattato di un percorso che dura da molti mesi, meticoloso e articolato, che ha permesso di valutare numerosi profili di alto livello anche con l’assistenza di un’Agenzia internazionale leader nella selezione di alti dirigenti d’impresa.”

“Il Santo Padre – si legge ancora nella nota – che ha seguito da vicino l’intero processo di selezione e di scelta del nuovo Presidente del Consiglio di Sovrintendenza dell’Istituto per le opere religiose (Ior) ha espresso il Suo pieno consenso alla decisione della Commissione Cardinalizia” guidata dal Cardinale Tarcisio Bertone.

Al dunque la Germania, dopo un Papa, conferisce anche un blasonato banchiere per lo Ior. Dentro le segrete mura della Santa Sede arriva l’analista industriale, banchiere, imprenditore ed anche avvocato d’affari (non guasta mai) barone Ernest von Freyberg (foto a destra, tratta da teleborsa.it). Laureato in legge all’ Univeristà di Monaco di Baviera e Bonn, è stato investito alla presidenza dell’Istituto per le opere di religione (che bizzarro nome per una banca che di religioso ha molto poco).

Il nuovo banchiere di Dio, scelto volutamente e con cura fuori dalla conoscenze personali del Pontefice dimissionario e tra una rosa di 40 candidati, come hanno informato dallo Stato Pontificio il segretario padre Lombardi, “avrà il compito gravoso di ripulire la banca vaticana dagli scandali finanziari, affiancato dallo svizzero cacciatore di fondi neri, René Brülhart.”

Certo non sarà facile. Ricorderemo tutti come nel maggio scorso il predecessore, Ettore Gotti Tedeschi (nella foto sotto, a sinistra, tratta dacattolici-liberali.com) si è dimesso. Secondo indiscrezioni, di mezzo ci sarebbero la Procura della Repubblica di Trapani e, in generale, la Giustizia, ovvero indagini sulla presunta esistenza, presso lo Ior, di fondi di Cosa Nostra e, in particolare, di Messina Denaro e di Vito Ciancimino. Vero? Falso? Fatto sta che si è molto parlato di introdurre regole più severe contro il riciclaggio.

Ufficialmente l’ex presidente italiano Gotti è stato sfiduciato dallo stesso Consiglio di Sovrintendenza dell’istituto “per non avere svolto funzioni di primaria importanza per il suo ufficio e non avere saputo difendere adeguatamente l’istituto bancario”. Ma il banchiere dell’Opus Dei ha confessato di temere per la sua vita.

Ora il nuovo banchiere presidente, di origini sveve e cittadino tedesco, oltre ad avere una carriera finanziaria internazionale alle spalle, che vede annoverati rapporti con tutte le grandi banche e, ovviamente, anche con i gruppi di potere del NWO, quali i noti Bilderberg ed Aspen, è famoso per aver fondato, nel 1991, e poi diretto, fino ad oggi, la Daiwa Corporate Advisory Partners (ex Close Brothers ed ex Freyberg Hambros), società pan-europea con 17 sedi e oltre 300 collaboratori, che offre supporto in operazioni di fusioni, acquisizioni, finanziamento del debito e ristrutturazioni di aziende e, come tale, è stato analista presso la Three Cities Research e Bemberg Group.

Dal suo quartier generale di Francoforte, il barone della finanza ha poi allargato recentemente il raggio d’azione alla piazza asiatica, inglobando nel suo pacchetto europeo la banca d’investimento giapponese Daiwa Securities, istituto acquisito nel 2009 che ha dato poi il nome a tutto il gruppo.

L’intenzione del banchiere tedesco era cavalcare ‘l’onda asiatica’ che, con miliardi di abitanti e un’economia ruggente, “cresce 10 volte più dell’Occidente”.

Tutto questo impegno non gli avrebbe impedito, è dato legger nel suo curriculum, l’essere diventato, nel 2012, presidente onorario dei cantieri Blohm Voss di Amburgo, costruttori di navi da guerra, armi e navi civili: cantieri controllati da Thyssen Krupp. Ciò è avvenuto dopo che la società d’investimento Star Capital, di cui Freyberg era consulente, ne aveva acquisito il ramo civile. (a destra, Papa Benedetto XVI: foto tratta da polisblog.it)

Inoltre il banchiere è anche un Cavaliere del ramo tedesco dello SMOMA – Sovrano Ordine Militare dei Cavalieri di Malta – e nella qualità ha un ruolo di vertice nella Deutsche-Melteser Gmbh, sezione tedesca del Sovrano Militare, ed è un cattolico di provata fede, frequentatore dell’arcidiocesi di Berlino, nonché fervente organizzatore dei pellegrinaggi cristiani a Lourdes. Il suo impegno ai vertici tedeschi dell’Ordine medievale dei Cavalieri di Malta lo ascrive come orgogliosamente addentro a un sistema di potere ultra-conservatore ed elitario. Quale è, del resto, quello delle radici secolari e cristiane del suo casato.

Tuttavia, dopo essere stato contattato della società di executive Search Spencer & Stuart per la poltrona vacante allo Ior, con evidenza dovrà cambiare i suoi obiettivi lavorativi. Il nobile banchiere di 54 anni (classe 1958) che vive vicino a Francoforte, in Germania, dove nel tempo libero si dedica alle battute di caccia nella tenuta del castello di Allmendingen, in Baden Wurttemberg, ora dovrà traslocare a Roma, come riferito dalla Santa sede durante la conferenza stampa, per lavorare part time almeno un paio di giorni alla settimana.

Pochi, però, sanno che, fino ad ora, il vero lavoro del nuovo presidente dello Ior è stato l’impegno professionale come consulente finanziario a smembrare e riassemblare decine di società straniere. Il suo Skill professionale e il suo know how sono sicuramente quelli di cui lo Ior avrebbe bisogno, dovendo, il nuovo Presidente, risanare una banca dai mille lati oscuri, con i bilanci noti a un cerchia ristrettissima di Cardinali, e minata alle fondamenta dai maggiori scandali finanziari dell’ultimo mezzo secolo: dalla vicenda del Banco Ambrosiano al più recente caso Anemone sulla corruzione nelle grandi opere. Fino alle ultime inchieste sul riciclaggio internazionale e del denaro di Cosa nostra e della n’drangheta.

Più difficile sarà capire se Ernest von Freyberg avrà davvero la voglia di andare verso il cambiamento (ricorderemo tutti i tempi oscuri di Marcinkus). In atto, quindi, con le ultime nomine fatte dal Papa, la Governance dello Ior è quindi la seguente: Commissione Cardinalizia della Vigilanza composta dal Presidente, Monsignor Tarcisio Bertone (Stato Vaticano – Santa Sede ), membri ne sono i prelati Domenico Calcagno (Italia), Jean Louis Tauran (Francia – presidente del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interregioso) , Telesphore Placidus Toppo (India – Arcivescovo di Ranchi), Odilo Pedro Scherer (Brasile – Arcivescovo di San Paolo del Brasile). Consiglio di Sovrintendenza composto dal Presidente Ernt von Freyberg (Germania), Vice Presidente R. Hermann Schmitz (Germania), Antonio Maria Marocco (Italia), Carl Anderson (Usa), Manuel Soto Serrano (Spagna). (sopra, foto tratta da info.rsi.ch)

Potremmo affermare che il Consiglio di Sovrintendenza di una delle più potenti ed influenti banche del Mondo che rappresenta la prima ricchezza mondiale è tutto a mani tedesche. Interessante, no?

Vedremo quindi chi la spunterà dopo il fallimento del Gotti Tedeschi dell’Opus Dei, tra il Cavaliere dell’Ordine militare di Malta, rappresentato dal tedesco von Freyberg, nuovo crociato dello Ior, con i Cavalieri di Colombo che già ivi siedono (anche se tra i due cordini non correrebbe buon sangue), tutti comunque alle prese con il terminator Renè Brulhart, bravo giurista svizzero, a capo della Financial intelligence unit (Fiu) del Liechtenstein, grande cacciatore di fondi (da dieci anni dà la caccia ai soldi sporchi dei dittatori e della criminalità internazionale nella cassaforte europea dei fondi neri e non solo).

Brülhart è anche il vicepresidente di Egmont, l’associazione informale fondata nel 1995, che dal suo quartier generale di Bruxelles dirige la rete mondiale delle Fiu, con la missione di coordinare le informazioni finanziarie e le attività delle agenzie centrali di 100 Stati membri, chiamato con formale nomina dello scorso novembre, quale nuovo direttore dell’Autorità per l’informazione finanziaria (Aif) della Santa Sede, per stanare il marcio nello IOR.

Ma cosa c’è realmente dietro la scelta del nuovo vertice dello IOR? Voci insistenti ripropongono una diatriba “vecchia” e mai sopita: lo scontro interno tra il Cardinale Tarcisio Bertone e il Cardinal Attilio Nicora (da poco sostituito con le ultime nomine del Papa dimissionario con il cardinale Domenico Calcagno). Sembrerebbe, secondo i ben informati, che le divergenze di veduta nascano proprio dall’eventuale adeguamento del Vaticano agli standard internazionali sull’antiriciclaggio.

Tra le mura del Vaticano è intuibile che è in atto una vera e propria riorganizzazione ad ogni livello. Resta da capire se il Gruppo Bilderberg e i nostri economisti e banchieri nostrani rimarranno soddisfatti.

Dimissioni del Papa, i possibili retroscena. Sullo sfondo, l’ombra di Bilderberg

 

 

 

Giovanna Livreri

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