Oggi scuole chiuse per festeggiare l’Autonomia. Ma dov’è l’Autonomia siciliana?

NON E’ IL MOMENTO DI FARE FESTA: E’ IL MOMENTO DI RIVENDICARE LA PIENA ATTUAZIONE DELLO STATUTO SICILIANO SENZA SE E SENZA MA

di Carmelo Raffa

Ieri abbiamo avuto a Palermo Matteo Renzi che anziché rispondere alle nostre aspettative riguardanti il futuro della Sicilia e dei siciliani ha preferito passare all’attacco rinfacciando a Rosario Crocetta di non avere speso i fondi comunitari e minacciandolo che se non lo farà, costringerà il Governo nazionale ad espropriare la Sicilia di questa prerogativa.

Matteo Renzi ha stigmatizzato le inadempienze dei vertici politici e amministrativi della nostra Regione, ma nulla ha detto delle inadempienze dei Governi nazionali precedenti, ed anche del suo, rispetto alle legittime aspettative del popolo siciliano.

Come abbiamo più volte affermato, in Sicilia vige un particolare Statuto, riconosciuto dalla Costituzione Italiana ed invidiato da Roberto Maroni e dalla sua Lega Nord, che nei fatti è stato applicato solo in parte. Il risultato è che tante risorse finanziarie sono state e vengono accentrate dal Governo nazionale: basti pensare agli articoli 36, 37 e 38 dello Statuto siciliano. 

Se ciò è stato possibile fino a qualche anno fa, oggi dobbiamo dire, anzi dobbiamo gridare con forza che non è più possibile, da parte dei governanti e dei politici siciliani, fare finta di nulla e continuare a farci derubare le nostre risorse dai ‘tiranni’ romani.

Nei precedenti servizi abbiamo messo a nudo la realtà economica della Sicilia certificata dalla Banca d’Italia, che certamente non è l’associazione “Vattene a pesca”, che descrive tempo per tempo lo sprofondamento economico della Sicilia. Ogni mese, anziché l’occupazione, cresce la disoccupazione, l’indigenza, la povertà, la disperazione delle famiglie.

Ieri abbiamo notato tantissima gente al comizio di Renzi. Gente che si aspetta dal nuovo Messia tante cose per l’Italia e per la nostra Sicilia. Gente fiduciosa, quindi, che non si aspetta e non merita di essere delusa.

C’erano anche gruppetti di protesta dai No Muos che sono stati delusi dalla politica con “p” minuscola e da quello che si atteggia a rivoluzionario e, precisamente, di quel Rosario Crocetta che aveva promesso durante la campagna elettorale per le regionali di revocare le autorizzazioni per il mega radar agli americani e dopo il voto “passata a festa e gabbatu lu Santu” non ha mosso un solo dito, confermando il detto napoletano “scurdammoce ‘o passatu”.

C’era presente il Movimento dei disoccupati e c’erano anche i lavoratori della Rai Sicilia che lottano per mantenere le Sedi regionali che il Governo di Matteo Renzi col Decreto Legge 66 del 24 aprile vorrebbe sopprimere allo scopo di effettuare risparmi.

Ma Renzi anche in ciò si rende conto che la Sicilia, Regione a Statuto speciale, dovrebbe avere diritto ad un servizio pubblico radiotelevisivo regionale con un proprio centro di produzione?

Togliere, togliere, togliere allo scopo di risparmiare può andare bene, ma nei tagli occorre non fare di tutta l’erba un fascio e tenere in considerazione le aspettative della gente. Occorre guardare alle aspettative della gente che lavora e di quella che non lavora, perché i pesanti tagli alla fine producono meno occupati e di ciò, qui in Sicilia, abbiamo una lunga esperienza.

Tante Aziende hanno chiuso i battenti nella nostra Isola e le grandi banche siciliane non esistono più. Decine di migliaia di posti di lavoro in fumo. Aziende commerciali che chiudono quotidianamente lasciando a spasso tanti lavoratori.

Ed i Comuni? Quante risorse sono state tagliate negli ultimi tempi dallo Stato e dalla Regione? Quante volte negli ultimi mesi i lavoratori degli Enti Locali siciliani sono rimasti senza stipendio?

Ci si rende conto di ciò o si è incoscienti? Renzi, Crocetta, Politici siciliani rifletteteci sopra. Cari politici della nostra Isola di tutti i Gruppi, Movimenti e Partiti: riflettete, riflettete bene, perché si ha sentore che tanti Comuni, dal prossimo giugno, non potranno far fronte al pagamento degli stipendi.

Ed allora noi vi chiediamo: se non ora quando rivendicherete la piena applicazione dello Statuto siciliano, rinunciando alla sudditanza con Roma ladrona?

Se non siete convinti di ciò è meglio, anche per risparmiare, abolire la festa dell’Autonomia. Ma ricordatevi che il Popolo siciliano non dimentica…

 
Ndr solo le scuole sono chiuse, no gli uffici come avevamo precedentemente scritto. Ci scusiamo dell’errore

Redazione

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