«Il progetto ha l’obiettivo di dare il via a sistemi capaci di assorbire grandi quantità di anidride carbonica, così da migliorare la qualità della vita partendo dai grandi tessuti urbani tramite l’istallazione di piante nelle grandi opere. In questo senso, il ponte che verrà costruito a Genova è un grande palcoscenico per testare l’efficacia di progetti di questo tipo». A parlare a MeridioNews è il professore Rosario Lanzafame, docente di Energia e Sistemi per l’ambiente al dipartimento di Ingegneria Civile dell’università di Catania,
Il lavoro finale è scaturito dal grande progetto denominato Carbon Sequestration. L’iniziativa consiste nell’inverdire i diciannove piloni del nuovo ponte di Genova che dovrebbe nascere entro il 2020 da un progetto di Renzo Piano, dopo il tragico crollo del ponte Morandi avvenuto nel capoluogo ligure ad agosto dello scorso anno. Il progetto di Unict, nato nel 2014 da studi che sono tuttora in corso, vede la collaborazione dell’azienda Planeta. «Il lavoro parte da diversi calcoli matematici e dall’individuazione di diverse piante con alte capacità di assorbimento – spiega Lanzafame -. La scelta è ricaduta sulla Helix, una pianta rampicante della stessa famiglia dell’edera con alte capacità riproduttive e di sviluppo».
Oltre allo studio condotto nel vivaio utile a stabilire la capacità di assorbimento di CO2 della pianta, sono state necessarie diverse misurazioni e l’individuazione di sistemi di calcolo che potessero permettere all’essenza vegetale di svilupparsi su superfici di grandi opere architettoniche, come quella del nuovo ponte di Genova su cui potrebbe vedere la luce. «Il progetto è nato da un’altra iniziativa più grande chiamata Carbon Capture Storage – continua -. Chiaramente abbiamo dovuto stabilire in quanti metri quadri avrebbe potuto svilupparsi la pianta e sarebbe stata capace di assorbire anidride carbonica e le diverse superfici su cui le piante possono crescere: tutte queste ricerche hanno portato anche a diverse tesi di laurea».
Quella di fare crescere le piante su opere architettoniche o in diversi ambienti urbani in modo da abbattere l’anidride carbonica si profila come una vera e propria frontiera della rivoluzione verde sulla scorte delle misure sostenibili a favore dell’ambiente varate dalla comunità europea e promosse dal Patto dei Sindaci. Per il momento, però, il progetto è stato presentato solo per l’opera che sorgerà a Genova, ma l’università sta cercando di promuoverlo anche a favore del capoluogo etneo. «Questo tipo di sistema sul nuovo ponte di Genova potrebbe essere di grande impatto per la diffusione, abbiamo presentato il progetto al commissario: attendiamo la convocazione – conclude -. L’obiettivo è quello di portarlo anche a Catania, nel posto dove viviamo: stiamo cercando di farlo partire, vedremo le scelte che prenderà il Comune in futuro».
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