Nuovi piani di studio a Lingue: una questione tricky

I nuovi piani di studio erano stati approvati. Ne avevamo dato notizia qualche mese fa. Il problema sorge allorché ci si chiede – e sono in tanti a domandarselo – se gli studenti già iscritti potranno transitare ai nuovi curricula. Per rispondere a questa spinosa questione Step1 ha intervistato la professoressa Gemma Persico, Vicepreside di Lingue e nuova delegata per la didattica, di conseguenza coordinatrice dell’omonima commissione paritetica (alla cui guida ha sostituito la professoressa Carmela Nocera, rieletta Presidente dell’Area didattica della sede di Catania).

La Facoltà avrebbe deciso di attivare i nuovi piani esclusivamente per i nuovi iscritti, non permettendo dunque il cambio a coloro i quali sono già immatricolati, “per mandare un segnale forte di cambiamento, ma senza stravolgere la complessa situazione della didattica“. La necessità di tener conto del sottile equilibrio tra carico didattico dei docenti (si sa che Lingue è in cronica sofferenza quanto a rapporto docenti-studenti), “esigenze pratiche” e questioni finanziarie fa sì che, per il momento, gli studenti non di primo anno (che avevano accolto i nuovi piani con entusiasmo) non possano sceglierli.

“Si è tenuto un Consiglio di Facoltà con un dibattito molto vivace e intenso – ci racconta la Vicepreside – nel corso del quale sono state sollevate in primo luogo delle obiezioni pratiche, perché nel momento in cui si passa da un’articolazione dei piani di studio ad un’altra, con cambiamento del numero di crediti e con l’inserimento – in alcuni corsi –  di discipline nuove, è chiaro che si rende necessaria anche una riformulazione generale dell’offerta didattica”.

Il problema sta quindi nella ripartizione dei carichi tra i docenti e nell’attuale impossibilità di bandire nuovi contratti d’insegnamento?
 “Non si tratta soltanto di questo. Dobbiamo tener conto che ci troviamo in una situazione ancora transitoria perché – salvo ripensamenti ulteriori – il Ministero sta per varare le nuove classi di laurea e quindi dal prossimo anno bisognerà quasi certamente ricominciare a lavorare in questa ottica. Anche per questa ragione, si è alla fine ritenuto opportuno introdurre le modifiche relative agli ordinamenti dei corsi di laurea del n.o. in maniera progressiva, attivando, appunto, per il momento, unicamente il primo anno di tutti i corsi di laurea di I livello, compreso quello di Scienze per la Comunicazione Internazionale, sulle cui modifiche  il Ministero aveva in un primo momento espresso una parziale riserva, ora del tutto superata.
La  strada che alla fine si è scelta  intende mantenere il segnale forte della volontà di cambiamento anche riguardo alla riduzione del numero degli esami, tenendo allo stesso tempo conto dell’oggettiva difficoltà di attivare contemporaneamente  i cinque anni. In sostanza, al di là delle obiezioni mosse da alcuni docenti in sede di approvazione dei nuovi piani di studio, da un punto di vista pratico le difficoltà emerse sono state tali da rendere necessaria una maggiore gradualità.
Ciò detto, ribadisco che i nuovi corsi di laurea modificati sono già stati approvati dal Consiglio di Facoltà per l’intero percorso, anche se l’anno prossimo partiranno, come è  più naturale, soltanto con il primo anno

Non crede che ciò renda ancora più incerto l’iter degli studenti prossimi all’iscrizione alla specialistica, ai quali è negata la possibilità di usufruire dei nuovi piani? Il segnale di mutamento non doveva riguardare proprio loro? Che può fare la facoltà per andare incontro fin d’ora alla pressante richiesta di lauree specialistiche maggiormente qualificate?
“Non vi posso dare una risposta netta – continua la professoressa Persico – perché ci sono tutta una serie di questioni che devono ancora essere esaminate con attenzione nei loro diversi risvolti. Per andare a regime bisognerà aspettare il corso naturale delle cose. Nel momento in cui la specialistica riformata entrerà in vigore, seguendo l’ordine cronologico della nuova triennale appena attivata, ovviamente problemi non ce ne saranno. La possibilità di misure particolari per i già immatricolati è una questione ancora da dibattere, perché a rigor di logica andrebbe rispettato il vecchio piano di studi. E’ possibile tuttavia che si riesca ad individuare per loro delle soluzioni  tecniche che consentano di andare incontro a questa situazione di oggettiva “sofferenza”, ma, come dicevo,la questione è molto delicata e va studiata con attenzione, in primo luogo proprio per  dare ai nostri studenti garanzie certe. Tra i vari problemi da considerare c’è anche quello relativo alla diversità tra le discipline presenti nell’attuale laurea specialistica e quelle che, nella laurea specialistica che andrà a regime fra tre anni, avranno una diversa collocazione. C’è infine un problema legato al diverso peso delle discipline, in termini di carico didattico, all’interno delle due versioni. È tutto da vedere. Ammesso che sia possibile trovare una soluzione, sarà comunque necessario valutare caso per caso, e mi sembra prematuro al momento rispondere alla vostra domanda senza prendere in considerazione i singoli piani di studio nella loro concretezza.”

L’altra nota dolente – relativa soprattutto alla sede di Ragusa – è la questione relativa alla specialistica di Mediazione Linguistica. Nemmeno quest’anno è stato attivato un corso di laurea di secondo livello. La professoressa Persico ci ha risposto ammettendo che purtroppo non è stato possibile, ma che si è cercato di arginare questa mancanza apportando modifiche che rendessero il corso più ‘finalizzato’ al mondo del lavoro.
“Avere due corsi di laurea specialistica sia a Catania che a Ragusa  potrebbe essere possibile in un futuro non lontano, però è chiaro che ci sono anche problemi – mi dispiace dirlo – di risorse che non abbiamo. Ecco perché al momento la soluzione migliore è sembrata quella di un corso a Catania, uno a Ragusa e un terzo che possa andare incontro alle esigenze di entrambe le sedi. È stato fatto il massimo di quel che si poteva con le risorse a disposizione

Insomma, i nuovi piani di studio non saranno alla portata di tutti. E questo creerà certamente qualche malumore, soprattutto per ciò che riguarda le lauree di secondo di livello. Molti studenti – in particolare quelli di Scienze per la Comunicazione Internazionale – le giudicano inadeguate: né più né meno che una ripetizione del corso triennale, un “approfondimento” che non apporta nuove effettive conoscenze specialistiche rispetto a quelle già acquisite. Gli studenti di Mediazione Linguistica della sede di Ragusa rimarranno ancora con l’amaro in bocca, senza una laurea specialistica, e con la semplice consolazione di un corso “maggiormente orientato a introdurli nel mondo del lavoro“. Anche per loro, tuttavia, varrà questa regola del primo anno e basta.

*Nota bene: Su richiesta della professoressa Persico il testo dell’intervista è stato modificato in qualche dettaglio rispetto a quanto pubblicato in data 1 giugno per adeguare le risposte alle nuove disposizioni ministeriali.

Carmen Valisano

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