Si chiamerà Res (rete ecologica siciliana) e ha ricevuto oggi l’ok dalla commissione Ambiente all’Assemblea Regionale Siciliana. Un centinaio di aree tra parchi naturali, riserve, siti di interesse comunitario saranno messi in rete tra loro, con l’obiettivo di preservare la biodiversità, mantenere gli habitat naturali e recuperare l’equilibrio tra le zone urbane e la tutela dell’ambiente.
C’è anche questo, nel disegno di legge approvato in Commissione (e che nei prossimi giorni dovrebbe approdare a Sala d’Ercole), che non ha certo avuto vita facile tra i corridoi di palazzo dei Normanni. A due anni dall’ingresso in Assemblea, infatti, la norma che istituisce le aree naturali protette – di riscrittura in riscrittura – è riuscito ad essere esitato dall’organismo parlamentare.
Il testo, che punta a coniugare la tutela dell’ambiente con la messa a reddito del patrimonio naturalistico regionale, istituisce anche l’Osservatorio regionale delle Biodiversità, la Carta della Natura della Regione e il Piano regionale delle aree naturali protette.
«Questo provvedimento – dice la presidente della commissione Ambiente, Mariella Maggio – mira a coniugare le esigenze di salvaguardia del territorio con la messa reddito del patrimonio naturalistico della Regione e ha l’ambizione di porsi in sintonia con la nuova programmazione comunitaria 2014-2020, prevedendo non a caso che le aree protette potranno intercettare i fondi strutturali destinati alla valorizzazione del patrimonio ambientale e culturale, anche attraverso l’ausilio e l’utilizzo delle professionalità già impiegate in parchi, riservi e siti di interesse comunitario, che finora ne hanno garantito la piena fruizione da parte degli utenti».
Naturalmente il ddl, così come esitato dalla IV commissione, istituisce l’Ente. C’è da aspettarsi che dopo l’ok alla legge da parte di Sala d’Ercole, sarà predisposta una nuova norma che regoli la governance della Res. E non è da escludere che il ticket di 4 euro per l’ingresso ai parchi, come scritto da Meridionews, possa essere confermato.
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