«Palermo ha necessità di questo centro e di questo servizio, possono essere una grande risorsa per il futuro della città». È con questo commento che Mariagrazia Patronaggio, presidente della onlus Le Onde ha inuagurato la nuova sede del centro antiviolenza, sorta in un ex bene confiscato alla mafia in viale Campania. Un luogo assegnato, attraverso un bando indetto dal Comune, nel 2015 e rimesso in sesto con le sole forze dei volontari. Ma non sono mancate le donazioni da parte di privati cittadini che sostengono da anni l’attività della onlus. Fondamentale anche il contributo di Ikea, che ha donato gli arredi per la nuova sede, dopo un sopralluogo effettutao quest’estate sul posto, e la consulenza gratuita di alcuni architetti che si sono prestati alla realizzazione del progetto.
Ma inaugurare una nuova sede, tuttavia, non basta. Per portare avanti tutto è fondamentale un continuo dialogo con le istituzioni, oggi tutte presenti per l’occasione. «Servono risposte e soluzioni – prosegue la presidente – Questa amministrazione comunale ha fatto delle scelte coraggiose, in merito a migrazione e, adesso, anche bene comune ed emergenza abitativa. Per questo chiediamo sin da ora dei confronti». A raccogliere il suo invito è l’assessore alle Politiche sociali Giuseppe Mattina: «Per dare un senso proprio a questa richiesta nascerà a breve un’unità operativa che si chiamerà La casa dei diritti, per realizzare azioni volte a garantire i diritti di tutti, una vera e propria struttura operativa», spiega, anticipando che nascerà anche un’altra unità operativa, Occupà, per il contrasto alla violenza di genere. La regia degli interventi sarà unica e non spacchettata in tanti posti diversi.
Gli fa eco il sindaco Leoluca Orlando: «È questa coralità che dà il segno che siamo passati dall’intervento sporadico al progresso culturale – dice subito – E quando parliamo di violenza di genere, serve capire che è necessario andare oltre la condanna e la repressione dell’atto violento in sé, non basta quello. Occorre fare uscire la donna dallo stato di violenza in cui viene rinchiusa». E per riuscirci ognuno, nel settore di competenza, deve fare la propria parte. Per uscire dalla condizione emergenziale è fondamentale, innanzitutto, erogare le risorse, un aspetto questo tenuto un po’ in ostaggio dalla questione liquidità e fondi. «Il cambio culturale è tangibile e anche la posizione scelta per questa nuova sede la dice lunga: basta prendere l’autobus 101 e in un attimo si arriva». Seduto di fianco a lui c’è anche il questore Renato Cortese, orgoglioso del fatto che un bene confiscato alla mafia sia stato trasformato in un punto di riferimento importante per Palermo.
«Sono anni ormai che il reparto della Mobile si è aperto alla sensibilizzazione, istituendo sezioni specializzate e adoperandosi in giro per la città – spiega – Quando parliamo di violenza sulle donne non parliamo solo di violenza fisica, ma di un furto di emozioni, una violazione psicologica enorme. Non dobbiamo fare di più solamente per punire, ma per cambiare radicalmente le cose, dal cambiare l’arredamento delle stanze della questura per mettere a proprio agio una donna che vuole denunciare, al furgone che gira per la città. siamo presenti in ogni settore, ci saremo sempre e comunque».
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