Nuova rete ospedaliera, cosa cambia a Catania città Posti letto per il San Marco e reparti ri-organizzati

Un confronto a tre: 2016, 2017 e 2018. Sono i tre anni dai quali è necessario partire per spiegare i cambiamenti della rete ospedaliera in Sicilia e, in particolare, a Catania. Nei prossimi giorni, o già nelle prossime ore, la commissione Sanità dell’Ars dovrebbe cominciare a occuparsi di studiare la bozza predisposta dall’assessore regionale Ruggero Razza, avvocato fedelissimo del presidente Nello Musumeci e, soprattutto, ben cosciente dei problemi della provincia di Catania. Così è dal capoluogo etneo che si parte per analizzare quanto fatto da Razza in termini di reparti, posti letto e organizzazione. Confrontandolo con quello che avrebbe voluto fare Baldo Gucciardi, ex assessore del governo targato Rosario Crocetta, e con la situazione che Gucciardi aveva trovato. Che poi rappresenta, almeno in larga parte, lo stato attuale degli ospedali.

Ospedale San Marco di Librino
Il San Marco di Librino è un dipartimento di emergenza urgenza e accettazione di secondo livello. Questo significa che, oltre alle prestazioni del pronto soccorso, garantisce alcune alte specializzazioni. La rete ospedaliera 2018 prevede 437 posti letto. Una novità rispetto al progetto di Gucciardi, che del San Marco proprio non parlava. A Librino troveranno posto due reparti – con relativi primari – di Chirurgia generale, uno di Medicina generale, due di Ostetricia e ginecologia, due di Pediatria, uno di Urologia, uno di Terapia intensiva, uno di Chirurgia maxillo-facciale, toracica, vascolare e pediatrica, Neurochirurgia, Dermatologia, Neonatologia, Malattie infettive e una Unità coronarica. Gli altri reparti ci saranno tutti – alcuni senza primario (le cosiddette strutture semplici), alcuni con maggiore autonomia (le strutture semplici dipartimentali) – tranne Psichiatria, Oncologia, Cardiochirurgia, Chirurgia plastica e Pneumologia, che non prevedono né incarichi né posti letto.

Ospedale Cannizzaro
Anche il Cannizzaro è un Dea di II livello (come il San Marco) e, nel suo caso, la rete ospedaliera prevede nove posti letto in più rispetto alla situazione esistente: si arriva, così, a 565 posti. Rispetto alla programmazione di Baldo Gucciardi, da questo presidio ospedaliero Ruggero Razza fa sparire la Cardiochirurgia che, secondo il vecchio progetto, doveva accogliere nove posti letto. In realtà, però, si tratta soltanto di una sparizione «virtuale», poiché Cardiochirurgia al Cannizzaro non era mai stata aperta. Il reparto di Psichiatria registra un azzeramento solo perché il servizio è interamente gestito dall’Asp di Catania, anziché dalla singola azienda ospedaliera, mentre spuntano 15 posti letto nel reparto di Neuro-riabilitazione, che è quello che sarà gestito in convenzione con il centro neurolesi Bonino-Pulejo di Messina. Rimane uguale rispetto alla programmazione del 2017 il reparto di Medicina generale, a cui vanno 30 posti letto. Sebbene nel 2016 ce ne fossero 59.

Ospedale Garibaldi Centro
Il presidio ospedaliero di piazza Santa Maria di Gesù è l’unico dell’intera provincia di Catania a registrare una flessione negativa nel numero di posti letto, che passano da 191 a 175, cioè 16 in meno. Medicina generale guadagna sei posti letto rispetto a quanti gliene voleva assegnare l’ex assessore regionale, ma ne perde altrettanti rispetto al 2016, fermandosi quindi a 36 possibilità di ricovero. Il reparto di Cardiologia va di pari passo con l’Unità coronarica, sotto un unico primario, spariscono la Chirurgia vascolare e la Neurochirurgia, ma raddoppia – rispetto al 2016 – la Neurologia. Via anche la Psichiatria coi suoi dieci posti letto, perché passano sotto l’alveo dell’Azienda sanitaria provinciale.

Ospedale Garibaldi di Nesima
Fa registrare 29 posti letto in più rispetto alla situazione esistente, passando da un totale di 403 a uno di 432. La struttura tra la Circonvallazione e via Palermo guadagna qualche posto letto (due) e un primario nel reparto di Cardiologia rispetto alle previsioni di Gucciardi. Migliora la situazione in Chirurgia generale e Chirurgia vascolare, dove i posti in più – confrontati con la programmazione del 2017 – sono rispettivamente otto e sei. Viene ripristinato anche il reparto di Oncoematologia, che la previsione dell’anno scorso voleva quasi azzerare e che adesso si stabilizza su otto posti letto. Ne perdono due ciascuno, invece, i reparti di Medicina generale e Nefrologia. In quest’ultimo caso, poi, il Garibaldi dovrà rinunciare anche ad avere un primario di questa disciplina. Il vero e proprio salto di qualità lo fanno il reparto di Neurochirurgia (che la rete ospedaliera precedente vedeva praticamente smantellato e che adesso dovrebbe avere a disposizione addirittura venti posti) e quello di Ostetricia e ginecologia (già fiore all’occhiello della struttura, al quale adesso vengono assegnati dieci posti letto in più per combattere il sovraffollamento). Azzerato il reparto di Neurologia e dimezzato rispetto al 2016 quello di Oculistica. Viene depotenziato anche il reparto di Ortopedia, che diventa una struttura dipartimentale e rinuncia a parte della sua autonomia, mentre viene ripristinata l’Unità coronarica non prevista nell’ipotesi di un anno fa.

Policlinico
L’ospedale Vittorio Emanuele sparisce dalla rete ospedaliera di Ruggero Razza. Baldo Gucciardi, più di un anno fa, aveva mantenuto la struttura di via Plebiscito pur rimuovendone un pezzo dopo l’altro. Adesso, se non fosse sufficientemente chiaro dall’assenza del presidio ospedaliero dallo schema riassuntivo, basta guardare i posti letto totali previsti per l’Azienda ospedaliera universitaria Policlinico di Catania: 911. Cioè i 437 del San Marco più i 474 del Gaspare Rodolico di via Santa Sofia. Sintomo di una persistente voglia di accelerare sull’apertura del nuovo Pronto soccorso al di là della circonvallazione, per permettere la chiusura dell’ormai vetusto (e sempre più al centro delle cronache) Vittorio Emanuele. Al Policlinico arrivano, quindi, gli scintillanti e del tutto autonomi reparti di Cardiologia, Gastroenterologia, Ematologia e Cardiochirurgia, una struttura dipartimentale di Chirurgia toracica, e un primario di Dermatologia.

Luisa Santangelo

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