Nuova aria di sicilianità nell’attacco rosa Monachello: «Orgoglioso di essere qui»

Un flash sull’ultimo giorno della sessione estiva di mercato in casa rosanero: via Simone Lo Faso, arriva Gaetano Monachello. Il Palermo perde un giocatore palermitano ma con l’acquisto del ventitreenne attaccante nato a Palma di Montechiaro ‘recupera’ il valore della sicilianità. Quel quid in più che, in attesa delle risposte provenienti dal campo, da un punto di vista emotivo rende speciale la nuova tappa professionale della punta agrigentina: «Da siciliano sono orgoglioso di essere a Palermo, il posto più vicino a casa mia facendo un confronto con le piazze in cui sono stato in passato – ha sottolineato il neo-acquisto rosanero presentato nel pomeriggio al Tenente Onorato di Boccadifalco – non nego che tornare a casa dopo circa dieci anni e tornare a parlare in dialetto è un’emozione. Sono fiero della mia Sicilia e, in quanto siciliano, sarò spinto a dare qualcosa in più rispetto a prima. Da Palma di Montechiaro mi hanno mandato diversi messaggi e chi mi ha scritto ha detto che il Palermo adesso avrà un tifoso in più. Spero che vengano in tanti e, in generale, mi auguro che dopo la delusione dettata dalla retrocessione si possa ricostruire un rapporto idilliaco con la tifoseria».

Monachello, maglia numero 27, torna a casa dopo una lunga gavetta al contrario, un percorso scandito da diverse esperienze all’estero (in Ucraina, Cipro, Francia, Belgio e Grecia) prima del rientro in Italia. Virtus Lanciano, Atalanta, Bari e Ternana le tappe che hanno preceduto l’attuale matrimonio con il club rosanero: «L’esperienza all’estero è stata molto importante perché mi ha dato l’opportunità di conoscere diverse culture calcistiche e ho imparato anche l’inglese. Sono andato via da ragazzino e sono tornato uomo. Capisco diverse lingue ma quella più importante per noi giocatori resta quella calcistica, quella che si parla in campo, e a questo proposito devo dire che sabato a Brescia ho visto dalla tribuna un Palermo composto da giocatori di diverse etnie ma disposti ad aiutarsi e sacrificarsi l’uno per l’altro. Un Palermo, che io non definirei Palermo 2, formato da giocatori pronti a lottare per un solo obiettivo. Sono contento e anche molto fiducioso». Archiviato l’infortunio patito in allenamento con la maglia del Bari all’inizio della scorsa stagione («Hanno sbagliato diagnosi. Mi hanno curato credendo che avessi la pubalgia e invece il problema era un altro, un’ernia»), l’ex attaccante dell’Under 21 azzurra è pronto a rimettersi in discussione: «Suderò sempre la maglia e darò il massimo tutte le volte in cui sarò chiamato in causa. A Lanciano giocavo da unica punta in un 4-3-3 mentre a Bari o in Nazionale con il ct Di Biagio ho agito al fianco di un altro attaccante. Preferisco giocare in avanti con un altro compagno di reparto in modo da poter svariare sul fronte offensivo e fare determinate giocate ma sono pronto ad adattarmi alle esigenze del mister e sono pronto anche a fare la mezzala pur di aiutare il Palermo a tornare ai livelli che merita».

Tra i concorrenti c’è anche La Gumina, compagno di squadra nella scorsa stagione alla Ternana: «Era la sua prima esperienza e io sono stato per lui come un fratello maggiore. La concorrenza tra di noi è leale e, in quanto tale, è un bene. Lottiamo per un posto ma la cosa più importante è dare un contributo e aiutare la squadra a centrare i propri obiettivi». Le esigenze del collettivo, dunque, sono da anteporre agli interessi individuali: «Firmerei per arrivare in doppia cifra solo se questo servisse a qualcosa e avesse una validità in funzione del gruppo. Arrivo dall’Atalanta in prestito con diritto di riscatto e controriscatto? Sono stato io a spingere il mio procuratore a trovare un accordo sulla base di questa formula – ha ammesso il neo-attaccante rosa cresciuto osservando con ammirazione il tandem ex Inter composto da Vieri e Ronaldo – mi piacerebbe tanto restare più anni a Palermo, grande piazza e grande società, e spero che il club mi riscatti ma andrebbe bene lo stesso qualora l’Atalanta dovesse poi esercitare la contro-opzione perché, in quel caso, vorrebbe dire che ho fatto guadagnare qualcosa al Palermo».

Antonio La Rosa

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