Vive dal 2005 con una discoteca sotto casa, a Palermo, con i pavimenti che tremano per i bassi delle casse acustiche e i lampadari che ondeggiano. Impossibile vedere un film, leggere, ascoltare altra musica. E’ così tutti i giorni, compresa la domenica, dedicata alle feste organizzate da extracomunitari. «Un incubo senza tregua – dice Marcello Savona, coi nervi a pezzi dopo 10 anni, da quando aprì il Que Pasa Disco Pub, che ora si chiama ‘Time Less’, in piazza Santissimi 40 Martiri alla Guilla. Non è una questione di cattive abitudini: Savona è stato più volte picchiato per aver fatto notare – alle tre della notte notte, come è accaduto la scorsa settimana – che era il caso di spegnere gli amplificatori. Il disco pub si trova in una via stretta, densamente abitata. «Non vivo più. La mia esistenza e quella della mia famiglia è impossibile – Tutte le sere dalle 19 alle 3 c’è l’inferno. La domenica si anticipa alle 14.30. Ho chiesto aiuto a tutti: polizia, vigili urbani: ho presentato denunce per percosse ma non è cambiato nulla. In questi anni abbiamo assistito a tutto, compresi i sequestri dei contatori Enel e Amap del locale, ma la discoteca ha ripreso a funzionare come se nulla fosse. Sono arrivati più volte polizia e carabinieri; dicono che il locale ha la licenza e che è tutto in regola. Ma come è possibile autorizzare una discoteca il cui ingresso è nello stesso portone di un’abitazione civile?». Savona, dopo i cazzotti ricevuti in volto e in testa la scorsa settimana (che gli sono costati un ricovero in ospedale), per essersi lamentato in piena notte del fracasso, si è rivolto ai carabinieri che stanno cercando l’aggressore. Stavolta (la terza in sei mesi) vuole giustizia e una vita normale. «Questo locale – spiega – ha lavorato dall’11 giugno 2013 a fine febbraio 2015 nonostante un’ordinanza di sgombero. Polizia e carabinieri hanno fatto interventi – tutti riscontrabili – nel locale durante questo periodo. Lo scorso fine settimana, come ho denunciato ai carabinieri, un componente dello staff della discoteca alle 3.10 mi ha colpito con 15 pugni in faccia e in testa, solo perché gli avevo fatto notare che era notte e dovevo dormire. Adesso basta. Qualcuno provveda, un cittadino non può essere lasciato solo davanti a prepotenze e aggressioni».
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