Un tappeto di pietra, esaltato dalla stravaganza delle sculture barocche, pronto a vestirsi con l’abito multicolore dei fiori. Anche per il 2022 a Noto accadrà il miracolo artistico scaturito dalla mano esperta degli infioratori. L’Infiorata è pronta a entrare nel vivo, in un’edizione che segna un traguardo storico, ovvero quello dei 20 anni dall’iscrizione alla lista Unesco, come patrimonio dell’umanità, delle otto località della Val di Noto. Caltagirone, Catania, Militello Val di Catania, Palazzolo Acreide, Modica, Noto Ragusa e Scicli: la porzione di Sicilia del sud est con l’impronta del tardo barocco, sbocciato con la ricostruzione successiva al terremoto del 1693. Dalla terza domenica di maggio tutte le faranno da cornice a Noto, che diventerà capitale dei fiori. Con i petali di circa 400mila esemplari che ricopriranno via Nicolaci per dar vita ai disegni spettacolari realizzati dalle associazioni cittadine sui vari tappeti. Quella di quest’anno sarà l’edizione numero 43 e ognuna delle città barocche della Val di Noto avrà uno spazio in cui sarà rappresentata. La città è in fibrillazione, soprattutto perché quest’anno ha il sapore della definitiva ripresa dopo i due anni di pandemia, in cui, comunque, non ha subito mai uno stop.
A essere già immersa nel clima insieme alla sua associazione dell’Infiorata è Oriana Montoneri, presidente dell’Associazione infioratori di Noto fa parte anche del comitato infiorai d’Italia. «La realizzazione dei tappeti è spalmata su tutta la settimana – spiega Montoneri a MeridioNews – Nei primi giorni formano dei gruppi che iniziano a disegnare, nel frattempo altri gruppi spetalano i fiori. Il venerdì si realizzano i tappeti che poi saranno esposti per i visitatori nel fine settimana». I giorni in cui la manifestazione entra nel vivo, però sono soltanto l’atto conclusivo di una preparazione che nasce già nei mesi di febbraio, quando le associazioni cittadine sottopongono a una commissione comunale i bozzetti che vogliono realizzare. I progetti sono accompagnati da un computo metrico. Una volta accolta la richiesta, si dà il via alla creatività, frutto di esperienza e vero e proprio senso artistico. «Ogni infioratore ha il suo segreto con cui conferisce tridimensionalità e autenticità al suo bozzetto – continua Montoneri – Il progetto originario è importante, perché serve a capire quanti e quali fiori ci vogliono per realizzare il bozzetto presentato. Vanno utilizzati dei fiori naturali, possibilmente senza l’aggiunta di colore, anche se negli ultimi anni si sta usando l’azzurro per formare ulteriori fantasie. Con la mia associazione utilizziamo solo fiori naturali, senza cose artefatte. Per conferire tridimensionalità all’opera – aggiunge la maestra infioratrice – si cerca di dare volume con fiori spetalati. Ci sono anche dei colori, come il rosso, con cui va fatta particolare attenzione perché può perdere vivacità».
Montoneri insiste sull’utilizzo di tecniche esclusivamente artigianali, dato che «negli ultimi anni – fa sapere – l’amministrazione ha autorizzato la possibilità di aggiungere alcuni effetti speciali. Sono del parere che un vero infioratore debba riuscire a utilizzare matita, pennello e saper disegnare». Ma da dove provengono tutti i fiori, i cui petali poi comporranno le varie opere? «Parte provengono da un fioraio campano, Langella, che fornisce tutte le infiorate italiane – prosegue Montoneri – Un’altra buona parte è composta dai fiori di campo del nostro territorio. A questi aggiungiamo finocchietto. mirto, ulivo, per tonalità del verde; ma anche torba, crusca, carruba per il marrone, oltre a diversi cereali e legumi». I fiori più utilizzati sono i garofani, le gerbere, le crisantemine e lo statice. Una varietà di essenze e di colori per comporre vere e proprie opere d’arte che vanno dai simboli, ai monumenti più importanti di Noto fino a quelli di varie parti d’Italia. L’obiettivo è quello di mantenere viva l’usanza, la maestria e la tradizione da tramandare ai più giovani. Per questo motivo l’associazione di Montonieri ha portato avanti il progetto Scuola in fiore, coinvolgendo gli studenti nella realizzazione di alcuni bozzetti, che per l’occasione, quest’anno, saranno esposti la settimana precedente all’Infiorata.
«Ci teniamo moltissimo che i più giovani abbiano la stessa passione di quelli più avanti con gli anni – afferma ancora Montoneri – Quest’anno, per esempio, parteciperanno con un bozzetto anche i miei due figli di 15 e 8 anni». A pagare i fiori sarà l’amministrazione comunale, che da qualche hanno ha eliminato la competizione tra associazioni, limitandosi a dare un piccolo contributo in denaro. Quest’anno, la manifestazione durerà due giorni in più per permettere a più persone di poter visitare l’Infiorata. Inoltre, per coloro che non sono residenti ci sarà un ticket da 2 euro e 50 centesimi. «Noi siamo molto soddisfatti – conclude Montonieri – Stiamo collaborando con le altre 37 città italiane con cui abbiamo in comune l’infiorata. È qualcosa di speciale. Anche se non c’è competizione sappiamo benissimo che tutti dobbiamo metterci il massimo impegno per dar vita a qualcosa di sempre più bello rispetto alle edizioni precedenti».
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