«Non volevo investire nessuno, la macchina era guasta». Poche parole confuse, spesso contraddittorie. È questo ciò che ha detto Gaetano Fagone, 52 anni, agli investigatori che lo hanno arrestato. Intorno alle 18.40 è partito dalla caserma dei carabinieri di Palagonia alla volta del carcere di Caltagirone, dove sarà detenuto: le accuse, nei suoi confronti, sono di omicidio e tentata strage. Perché nella notte tra sabato e domenica, in via Savona, ha fatto più volte avanti e indietro con la macchina del suo anziano padre – una Fiat Punto – travolgendo un gruppo di concittadini che cenava all’aria aperta, sulla strada. Fagone, vicino di casa delle sue vittime, ha causato la morte di una donna di 87 anni e il ferimento di altre sette persone: tutto questo, però, lo scoprirà soltanto al suo arrivo nella casa circondariale calatina, quando potrà essere interrogato dai magistrati alla presenza dell’avvocato d’ufficio che gli è stato assegnato.
Negli ultimi giorni, l’uomo è rimasto nascosto in campagna: appezzamenti di terreno che conosceva bene, poiché di proprietà sua e di alcuni familiari. Il 52enne aveva ancora addosso gli stessi abiti di quella notte e durante la latitanza ha mangiato solo la frutta che ha trovato sul territorio: fichi d’india e prugne, bevendo dai corsi d’acqua. Secondo la ricostruzione degli investigatori, avrebbe evitato l’arresto grazie alla particolare conformazione di quei campi: poiché erano pieni di dislivelli, l’uomo sarebbe stato sempre in grado di vedere, dall’alto, l’arrivo delle forze dell’ordine e di nascondersi di conseguenza.
Proprio per la sua mancanza di contatti con la città, non avrebbe avuto modo di sapere di avere ucciso una donna. Dopo giorni trascorsi senza cellulare né la possibilità di comunicazioni con l’esterno, in totale isolamento, la sua intenzione – avrebbe spiegato ai militari – sarebbe stata quella di tornare a casa, prendere dei vestiti e la sua automobile e scappare lontano dalla Sicilia. Il suo proposito, però, è stato stoppato dai carabinieri. Oggi, quando è tornato nel paese di Palagonia, i cittadini lo hanno riconosciuto e hanno fatto piovere le segnalazioni. Fagone non avrebbe fatto resistenza all’arresto, ma alla vista delle divise avrebbe tentato di fuggire, salvo poi venire bloccato poche traverse più in là – in via Gaetano Donizetti – dalle volanti dei carabinieri palagonesi.
In base ai primi esiti delle indagini, resta comunque confermato che non sarebbe stato aiutato da nessuno dei familiari. E che le persone a lui più vicine non sapevano niente di quello che Fagone stava per fare. Non è ancora chiaro nemmeno il movente del gesto: la lite tra vicini di casa non sembra avere trovato riscontri e i vecchi precedenti penali riguardavano reati contro il patrimonio e non contro le persone.
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