Sgomberi, non solo le case nel mirino di Salvini In Sicilia a rischio teatri e centri sociali occupati

Sono circa 40mila le famiglie siciliane in lista d’attesa nelle graduatorie per l’emergenza abitativa. Tra queste, tantissime occupano spazi pubblici in attesa dell’assegnazione della casa e adesso rischiano di essere colpite dalla circolare del titolare del Viminale, Matteo Salvini, che invita i prefetti agli sgomberi degli spazi occupati. Stime raccolte, Comune per Comune, dal Sunia, il sindacato unitario nazionale inquilini e assegnatari, che adesso annuncia battaglia contro il provvedimento del vicepremier. Reo, secondo la segretaria regionale del sindacato Giusy Milazzo, di avere diramato una «circolare assolutamente repressiva,  perché si limita a dire che intanto bisogna fare gli sgomberi e soltanto successivamente, ma non specifica in che modo, occuparsi di quelli che hanno veramente bisogno. Un po’ come l’ordinanza antibivacco del sindaco Pogliese a Catania. La nuova linea politica sembra essere quella di nascondere, innanzitutto, il povero e la povertà. E poi, forse, chissà, anche occuparsene».

Ma la circolare di Salvini non desta preoccupazione soltanto in chi ogni giorno si occupa di emergenza abitativa, ma anche in chi ogni giorno lavora affinché uno spazio pubblico abbandonato possa diventare aperto e fruibile a tutti. È il caso dei tanti centri sociali in tutto il territorio regionale, ma anche di spazi che producono cultura. Come il Teatro Mediterraneo Occupato di Palermo, uno spazio autogestito dal 2013 in uno dei 20 padiglioni della Fiera del Mediterraneo, andata in fallimento nel 2007. A collaborare col TMO, operatori della cultura, operatori del teatro e del cinema, artisti, singoli cittadini che hanno impiegato tre anni di lavori per costruire il teatro all’interno del padiglione. Quello stesso teatro oggi sede di produzioni indipendenti, ma anche comunità di discussione sulla città, nonché spazio adibito a scuola autogestita di cinema e di teatro. Da lì negli anni sono passati artisti del calibro di Claudio Collovà, Maurilio Mangano, Umberto Cantone, Francesco Scianna. Dove la Compagnia Rezzamastrella ha festeggiato i suoi trent’anni e proiettato il documentario Milano via Padova. «Raccontare cos’è il Teatro Mediterraneo Occupato – dice a Meridionews Claudia Borgia – in fondo significa già raccontare perché siamo contro Salvini. Noi promuoviamo la contaminazione tra culture, anche attraverso il linguaggio dell’arte. È impossibile stare dalla sua stessa parte». 

Un sentire comune anche con i professionisti della Cgil Medici e di Medicina Democratica che in un altro spazio occupato, il centro sociale Anomalia di Palermo, hanno messo in piedi da tre anni un ambulatorio medico diventato un punto di riferimento per il quartiere di Borgo Vecchio. «Il nostro obiettivo – racconta Francesco Ingrillì, specialista in cardiologia e volontario tutti i lunedì nell’ambulatorio medico – non è quello di sostituirci al servizio sanitario nazionale, ma al contrario addestrare a un uso consapevole del servizio sanitario nazionale».

A offrire gratuitamente e in maniera volontaria servizi alla gente del posto, sono un esercito di medici: c’è appunto Ingrillì che offre visite specialistiche di cardiologia, Renato Costa che si occupa di medicina generale, Ernesto Melluso e Francesco Gentile che gestiscono l’ambulatorio ginecologico, ma si occupano anche di educazione sessuale e consapevolezza sui metodi contraccettivi. «C’è anche un gruppo di pediatri – racconta ancora Ingrillì – guidati da Roberto Barcellona, che hanno promosso degli incontri nelle scuole a proposito di educazione alimentare, spiegando che guardare ai prodotti bio non è una scelta da ricchi, ma un’emergenza salutare. C’è Patrizia Salatiello, neuropsichiatra del Cif (il Centro Italiano Femminile, ndr), che offre la sua consulenza, ma anche il professore Ajala, un neurofisiologo che si occupa di epilessia».

Tutto questo su base volontaria. I fondi per le attrezzature? Cene di autofinanziamento, dal momento in cui la Cgil Medici ha donato una cucina al centro sociale Anomalia. E poi due ecografi donati da Angelo Morello e dalla Fondazione Livia Morello, un defibrillatore offerto da Fabio Giambrone e dalla Gesap, un test da sforzo offerto dal professore Ballo, che ne stava acquistando uno nuovo per il suo studio privato. Una rete solidale, insomma, attivata dalla società civile e che consente ogni giorno all’ambulatorio di essere un servizio aggiuntivo, oltre a quelli sociali già offerti dal Centro Anomalia.

«Il timore – conclude Ingrillì – è che, guardando alle politiche attuate da Salvini, si vada pericolosamente verso uno stato di polizia. Assistiamo costantemente, dai migranti fino alle fasce più deboli, passando per i servizi sociali e culturali, a una declinazione in negativo dei diritti, che va fermata quanto prima».

Miriam Di Peri

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