Non c’è posto per tutti

L’attuale anno accademico non verrà ricordato dagli studenti della facoltà di Lingue come un anno sereno. Sin dall’inizio si sono dovuti misurare con delle difficoltà che non si sarebbero mai aspettati. Le lezioni sono cominciate in ritardo, alcune a fine novembre altre addirittura spostate al secondo semestre. Ritardi si sono registrati anche negli appelli degli esami che sono slittati di qualche settimana. «Questi disagi sono stati causati dal ritardo con cui la facoltà ha rinnovato i contratti ai docenti precari che a Lingue sono oltre il 50% del corpo docente», racconta Giampiero Gobbi rappresentante degli studenti.

Ma il rinnovo dei contratti dei docenti non è stato l’unico problema che la facoltà ha dovuto affrontare ad inizio anno; infatti, a causa del taglio del 30% del budget annuale, la spesa della facoltà è stata ridotta nella stessa percentuale. Questo ha causato non pochi problemi. A farne le spese anche il personale co.co.co. I contratti dei 16 precari scadono il 31 marzo, in accordo con la «facoltà è stato deciso di prorogarli fino al 31 dicembre di quest’anno, riducendo il monte ore per ciascun lavoratore», afferma Enzo Ierna, precario della facoltà. «La riduzione delle ore si traduce anche in riduzione dello stipendio che verrà dimezzato, diventerà un lavoro part-time. Si procederà poi al bando di 5 posti a tempo determinato», conclude Ierna. Una tale riduzione di personale porterà alla ridefinizione dell’organico della facoltà che non potrà che causare una diminuzione dei servizi per gli studenti che frequentano l’ex Monastero dei benedettini, sede della facoltà.

«Molti studenti sono preoccupati, non solo per la situazione attuale ma soprattutto per i cambiamenti che arriveranno con il prossimo anno accademico», dice Gobbi. «Le preoccupazioni più forti sono dovute all’introduzione del numero programmato e alla conseguente riduzione degli iscritti. In più, non sappiamo ancora come verrà gestito l’accesso alla specialistica, non sappiamo se conterà il voto di laurea o se verranno introdotti dei test. Dovremo aspettare ancora un po’ prima di avere dati definitivi, di sicuro dal prossimo anno non ci sarà posto per tutti», conclude Gobbi.

Le facoltà hanno sempre minori risorse a disposizione e in più devono modulare l’offerta didattica in base ai requisiti fissati per legge. La professoressa Carminella Sipala è membro della commissione didattica che sta predisponendo la nuova offerta didattica: «sulla misura dei nuovi ridottissimi budget la Facoltà di Lingue ha scelto di rimodulare la propria offerta formativa su rigorosi criteri di qualità e razionalità. Ha formulato la propria proposta secondo i parametri del D.M. 270/04 e ha presentato i propri piani nei tempi e nei modi richiesti dall’Ateneo. Questi hanno passato il vaglio del Nucleo di Valutazione e sono stati approvati dal Senato Accademico».

Il prossimo hanno la facoltà proporrà due corsi di laurea triennale: “Lingue per la Comunicazione Internazionale” e “Lingue e Culture Euroamericane ed Orientali”. Il primo avrà il suo sviluppo naturale nella laurea magistrale in “Lingue per la Cooperazione Internazionale” mentre il secondo nel corso specialistico “Lingue e Culture Europee ed Extraeuropee”. Verrà introdotto il numero programmato, potranno così iscriversi al corso di lingue per la comunicazione 300 studenti, altri 230 li accoglierà il corso di lingue e culture mentre nei due corsi di laurea specialistica potranno iscriversi 100 studenti per corso. «È evidente la riduzione del numero degli immatricolati che colpisce espressamente le lauree triennali. La media degli ultimi 7 anni degli iscritti al primo anno delle triennali è stata superiore a 1200 studenti (dati CEA). Il ridimensionamento è pesante e imporrà la necessità di predisporre appositi test di ingresso», afferma la professoressa Sipala. Insomma, per uno studente su due, alla triennale, non ci sarà posto.

Nelle prossime settimane la facoltà approverà il Manifesto degli Studi per il prossimo anno accademico che conterrà il primo anno dei nuovi corsi di laurea ed il secondo e terzo anno dei corsi triennali e specialistici avviati negli anni scorsi ed oggi “ad esaurimento”. Non sono previsti corsi per la sede di Ragusa, in conformità alla delibera del Senato Accademico che ha disposto che l’offerta formativa di tutte le facoltà dovesse prescindere dai decentramenti.

«Il quadro normativo è ancora in divenire e su di esso non abbiamo alcuna possibilità di controllo, tutte le nostre energie sono rivolte all’organizzazione della nuova attività didattica affinché il cambiamento non sia solo formale ma offra agli studenti un nuovo modo di studiare, frequentare le lezioni, preparare gli esami e la tesi, ma soprattutto, un nuovo modo di progettare il proprio ingresso nel mondo», conclude la professoressa Sipala.

*Articolo pubblicato su UniversitInforma di febbraio 2010

Roberto Sammito

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