Non c’è più posto per gli studenti…nelle aule

Aule sovraffollate, gente che prende appunti addirittura fuori dall’aula, in piedi. Altri che arrivano con mezzora di anticipo convinti che sì, stavolta troveranno un posto, su una sedia vera, ma c’è sempre qualcuno che sembra essersi accampato in facoltà la sera prima… e altri ancora giungono con un’ora di ritardo perché tanto qualcuno ha provveduto a conservargli un posto, AH-AAH!!

Il punto è che per quelle centinaia di pendolari che si svegliano quando ancora il sole non è uscito per arrivare quasi puntuali alla lezione delle 8, gli unici posti sono sui comodi pavimenti della facoltà, magari dietro alla lavagna, in mezzo a polvere e prese elettriche pazzerelle del proiettore, che emette luci intermittenti se si sfiorano i cavi…

Tutto questo succede più o meno tutti i giorni, praticamente per tutte le lezioni di tutti i corsi, a tutti gli orari. Prima o poi, la stanza più piccola, buia e soprattutto confortevole tocca ad ognuno di noi, non c’è scampo.
Il problema sembra essere che “le aule sono quelle che sono, e gli studenti sono troppi, sempre di più” .

Fra i ragazzi, c’è chi si lamenta affermando che “paghiamo tasse su tasse, almeno dovrebbero metterci in condizione di poter seguire le lezioni” (cosa fra l’altro fortemente consigliabile, nonché consigliata dai professori…).
E c’è chi si arrende e molla direttamente l’idea di frequentare.

Qualcuno allora decide di passare ai fatti, e va alla ricerca di aule disponibili. Non per forza con più posti a sedere in comode sedie, attenzione, sarebbe una pretesa troppo grande. Ma almeno stanze con più pavimento, per poterci sedere tutti e seguire in tranquillità, comodi. E INVECE NO!! Neanche questa è una soluzione, perché guarda caso quell’aula più grande è disponibile nell’orario sbagliato, e così le lezioni di Sociologia della comunicazione e di Letteratura spagnola II coincidono, e si aggiungono a tutte le altre lezioni che si sovrappongono: storia della musica e letteratura medievale, inglese III e francese II….. E’ un incubo!!!

Ma allora, che fare? Costruiamo una “tendopoli” nei cortili e nei chiostri del monastero? Occupiamo Piazza Dante? Facciamo lezioni all’aperto a Piazza Università, che ora è più spaziosa e più bella??
No, non sembra esserci una soluzione pacifica, anche perché già al momento di stilare il calendario delle lezioni i professori sanno che è solo questione di tempo, e la metà di noi deciderà di non seguire più le lezioni. Ma succede perché ci annoiamo facilmente o proprio perché “siamo impossibilitati”?

Valentina Miraglia

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