Dopo due vittorie ed un pareggio il Palermo assapora il gusto amaro della sconfitta. Il primo ko stagionale arriva nell’anticipo serale della quarta giornata ad opera del Milan che a San Siro si è imposto con il punteggio di 3-2. Ai rosanero non è bastata una doppietta di Hiljemark, autore di tre gol nel giro di sei giorni. Lo svedese, confermato da Iachini nell’undici titolare, per due volte aveva ristabilito la parità dopo i momentanei vantaggi dei rossoneri ma i suoi acuti non sono serviti alla squadra per portare a casa un risultato positivo. E il rammarico aumenta tenendo presente che al Meazza, sotto lo sguardo del presidente Berlusconi, non si è visto un Milan trascendentale e che la gara avrebbe potuto prendere una piega diversa se gli uomini di Iachini (allontanato per proteste dall’arbitro nel primo tempo) avessero giocato per buona parte dell’incontro con la stessa intraprendenza mostrata negli ultimi venti minuti. I rosa sono stati condannati dai lampi di un Bacca particolarmente ispirato e autore di una doppietta ma soprattutto dai propri errori. Sbavature in fase di disimpegno che, contro un Milan animato dalla voglia di risalire posizioni in classifica e riscattare la sconfitta nel derby, rischi di pagare a caro prezzo.
Ed è proprio quello che è successo al Palermo. La scelta del modulo, in ogni caso, era un segnale preciso e indicava la volontà di giocarsi la partita senza fare barricate e senza timori reverenziali nei confronti dell’avversario. Iachini ha optato per il 4-3-1-2 (modulo alternativo al più collaudato 3-5-1-1 e provato in settimana) con alcune novità rispetto all’undici proposto domenica scorsa contro il Carpi. In avanti, ad esempio, Djurdjevic (all’esordio da titolare) è stato preferito all’ex di turno Gilardino, entrato poi all’11’ del secondo tempo al posto del numero 99. A centrocampo, in qualità di mezzala sinistra, è stato rispolverato il bulgaro Chochev, in cerca di rilancio dopo un avvio in sordina. In difesa, nel ruolo di terzino destro, spazio a Struna al posto di Vitiello. Anche il Milan era disegnato con il 4-3-1-2. Mihajlovic, come preannunciato alla vigilia, ha confermato la formazione scesa in campo nella stracittadina contro l’Inter. Una mossa soprattutto psicologica quella del serbo che ha voluto dare continuità ad un certo tipo di assetto rinnovando la fiducia agli uomini che, nonostante il risultato negativo, avevano dato comunque risposte confortanti.
La disposizione delle due squadre sembrava il preludio ad una partita a scacchi. Una gara tatticamente bloccata tra due formazioni che, in campo con lo stesso sistema di gioco, avrebbero potuto avere la tendenza ad annullarsi. E invece lo sviluppo della partita ha detto un’altra cosa: che i colpi dei singoli, soprattutto dei giocatori di maggiore qualità, possono scompaginare i piani tattici e cambiare in qualsiasi momento l’inerzia di una gara. La conferma arriva al 21’ del primo tempo con il vantaggio dei rossoneri realizzato da Bacca, abile con un preciso tocco di esterno destro a superare Sorrentino sfruttando un pallone vagante in area al culmine di un’azione alimentata sulla fascia destra dal giovane Calabria, subentrato all’infortunato Abate. Con un Palermo piuttosto remissivo, sono le individualità rossonere a prendere il sopravvento. Tra i più brillanti il jolly Bonaventura, a segno al 40’ con un calcio di punizione dal limite dell’area. E’ il gol del 2-1, quello che ha riportato in vantaggio i padroni di casa dopo il momentaneo pareggio di Hiljemark siglato al 32’ con un colpo di testa sugli sviluppi di un calcio d’angolo complice un’uscita a vuoto del portiere Diego Lopez.
Il gol del Palermo è coinciso con l’unica fiammata dei rosanero in un primo tempo giocato sotto tono, una prima frazione nella quale la squadra non è mai riuscita a creare seri pericoli. Anche nella ripresa, onestamente, gli uomini di Iachini non hanno fatto mirabilie ma, con un atteggiamento più propositivo, hanno avuto il merito di alzare progressivamente il coefficiente di pericolosità tenendo sempre in bilico il risultato. E quando il risultato è in bilico può succedere di tutto come dimostra il gol del 2-2 di uno scatenato Hiljemark, smarcato da un pregevole assist di Gilardino. E’ il premio alla caparbietà dei rosanero, bravi a restare in partita ma ancora disattenti in fase difensiva. Fatale la distrazione che al 75’ ha consentito a Bacca di trovare il tempo giusto per battere Sorrentino con un colpo di testa in torsione e realizzare la rete del definitivo 3-2.
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