Sanzioni che vanno dai 2.500 euro ai 10mila per il reato di blocco stradale. Destinatari un gruppo di manifestanti che si oppongono alla costruzione del Muos, l’impianto satellitare in costruzione a Niscemi. La loro colpa? Aver fermato i pullman a bordo dei quali si trovavano una quarantina di giornalisti che lo scorso 19 giugno hanno partecipato alla visita alla base di contrada Ulmo organizzata dal consolato Usa. «La Questura di Caltanissetta ha deciso di far pagare caro l’esercizio del diritto di espressione del pensiero – scrive in un comunicato il coordinamento regionale dei comitati No Muos – Forse pensando che Niscemi sia ormai territorio Usa e non si applichi la Costituzione italiana».
Video della visita guidata alla base Usa il 19 giugno
I manifestanti hanno bloccato i mezzi chiedendo di parlare direttamente con i cronisti scortati fuori dai cancelli della base alla fine di quello che hanno definito «un vergognoso tour di disinformazione». «Scendete! Vogliamo parlare con voi», hanno urlato. Poi il convoglio è stato costretto ad arrestarsi quando un giovane si è disteso sulla strada. Per qualche minuto si è creata una fase di incertezza, sbloccata dall’autorizzazione a salire sui pullman per due manifestanti e Massimo Coraddu, docente del Politecnico di Torino e consulente di parte del Comune di Niscemi. Una sorta di piccola conferenza stampa improvvisata per esporre le paure che montano all’ombra delle grandi antenne, poi la fine pacifica di ogni blocco.
Ma qualche giorno dopo è arrivata la sgradita notifica al gruppo di contestatori che deve fare i conti anche con la delicata fase di stallo che la vicenda vive. Da una parte la richiesta di una nuova riunione portata avanti dall’Istituto superiore di sanità e il conseguente rinvio della pubblicazione dello studio sugli effetti del Muos sulla popolazione. Dall’altra le pressioni del governo statunitense – come risulta dalle email divulgate da Anonymous – per riprendere i lavori di costruzione interrotti da una revoca dei permessi disposta dalla Regione siciliana. Ma l’azione legale contro l’impianto continua, come spiegano dal comitato regionale: «Proprio oggi il consulente nominato dal Tar nel ricorso proposto dal Comune di Niscemi ha depositato la relazione finale in cui viene detto chiaramente che l’indagine di conformità su cui si sono basate le autorizzazioni per l’installazione del Muos è priva del rigore e della completezza necessari a garantire la piena validità dei risultati – scrivono gli attivisti – Viene quindi ancora una volta confermata l’illegittimità delle autorizzazioni rilasciate nel 2011 per l’installazione del Muos, che invece il governo italiano sta a tutti i costi difendendo».
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