No Muos, manifestazione nazionale il 15 maggio «Abbiamo fatto sedimentare una coscienza nuova»

Chissà se anche stavolta la manifestazione contro il Muos di Niscemi coinciderà con novità importanti dal fronte giudiziario. È già successo due volte: i sequestri penali (di cui l’ultimo ancora in vigore), chiesti e ottenuti dalla Procura di Caltagirone, hanno preceduto di pochi giorni i cortei che hanno portato attorno alla base Usa migliaia di persone. Potrebbe succedere anche prima del 15 maggio, data scelta dal coordinamento regionale dei comitati per la nuova manifestazione nazionale. L’evento stavolta potrebbe essere preceduto dalla decisione del Consiglio di giustizia amministrativa, chiamato a confermare o smentire la sentenza del Tar di Palermo che ha dichiarato abusivi i lavori di realizzazione dell’impianto satellitare. 

L’ultimo corteo è datato 9 agosto 2015. Nel frattempo di cose ne sono successe, a cominciare dall’accensione delle parabole, chiesta dai giudici del Cga, annullata una prima volta e poi attuata. Seguita dal responso dei periti che hanno giudicato non pericolosi i campi elettromagnetici irradiati dalle parabole, e dalle contestazioni degli attivisti che giudicano inattendibili i dati alla base delle misurazioni. Il fronte giudiziario si è arricchito di nuove denunce, come quella delle mamme No Muos contro i docenti dell’università di Palermo, autori del parere su cui si basarono le autorizzazioni della Regione Sicilia. A firmare il via libera fu il dirigente del dipartimento Ambiente Gaetano Gulloanche lui denunciato dall’associazione Rita Atria. Alle vie dei tribunali non è mai mancato il supporto delle proteste sul campo, in primis le azioni eclatanti del pacifista Turi Vaccaro che, lo scorso novembre, è riuscito ad arrampicarsi su una delle antenne e prenderla a martellate, provocando danni stimati dagli Usa in 800mila dollari. 

«Abbiamo tracciato tutti i sentieri possibili di lotta – scrive il coordinamento lanciando la manifestazione del 15 maggio -. Col risultato che siamo riusciti a bloccare la messa in funzione del Muos; che li abbiamo fatti inciampare nella ragnatela di imbrogli che essi stessi hanno tessuto; che il Muos è sotto sequestro da oltre un anno e che questa lotta è diventata un esempio di resistenza che ha incoraggiato il sorgere di decine di movimenti in altre zone». Nel tempo è cambiata anche la composizione sociale di chi partecipa alla battaglia contro le parabole Usa. «Inizialmente – riflette Fabio D’Alessandro, portavoce del comitato di Niscemi – grazie anche all’entusiasmo generale e al fatto che l’impianto era ancora in costruzione, la composizione era probabilmente più variabile, così come le istanze. Poi – tra tira e molla, tra ricorsi, revoche, contro revoche – non sempre siamo riusciti a spiegare le nostre ragioni». Al punto che, continua D’Alessandro, «molta gente è convinta che l’impianto sia acceso. Qualcuno addirittura “ha sentito dire” che fosse stato smantellato». 

Tuttavia il movimento, visto dall’interno, appare più maturo. «Oggi la composizione è un po’ meno diversificata – analizza l’attivista niscemese – I tre pilastri dell’avversione verso il Muos rimangono uguali da sempre: tutela dell’ambiente e della salute umana e opposizione alla militarizzazione del territorio. La qualità e la coscienza dei partecipanti invece a mio parere sono enormemente cresciute. E i tre pilastri sono fortemente saldati. Difficilmente si troverà a un nostro corteo qualcuno che è contrario al Muos solo per la questione salute. Prima la cosa era molto più evidente, da questo punto di vista siamo riusciti a spiegare che le cose sono inscindibili. Insomma, abbiamo fatto sedimentare una coscienza nuova. E forse questo era l’obiettivo, probabilmente è il risultato più interessante. Nonostante i racconti fatti su di noi da certa stampa, dal governo e dalle sue emanazioni». L’appuntamento per il 15 maggio è fissato alle 16 in piazza Vittorio Emanuele a Niscemi. 

Salvo Catalano

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