«Come immaginiamo gli ippopotami? Come pensiamo che debba essere la vita di un ippopotamo felice?». Potrebbe essere l’inizio di un libro per bambini e invece è una lettera ai loro insegnanti. Inviata dalle associazioni antispeciste catanesi ai dirigenti scolastici, agli insegnanti e a tutto il personale delle scuole elementari e medie cittadine «per invitarli a non portare le scolaresche ai circhi con animali». Luoghi dove gli ippopotami, così come tutti i loro colleghi animali, non sguazzano nell’acqua, non giocano nel fango e non girovagano per i campi a scegliere l’erba da mangiare. «La crudeltà delluomo gli impedisce quasi tutti i comportamenti naturali, intrappolato in una vita da recluso e schiavo non sarà più un ippopotamo, avrà perso la dignità, per trasformarsi in oggetto di divertimento, attrazione da circo appunto». Una battaglia condotta in questo giorni in tutta Italia. Come sabato scorso, quando i manifestanti sono scesi in piazza a Roma per manifestare «a favore di un circo senza lo sfruttamento degli animali». Un raduno nazionale organizzato dall’associazione no profit Animal Amnesty e dal Coordinamento Antispecista.
http://youtu.be/H3n92wbH-rI
Video di Simonetta Rossi per Animal Amnesty
L’occasione per l’appello è dato dalle vicine festività natalizie. «Il 6 dicembre spiegano le associazioni nella lettera – Catania, in virtù di una legge assurda che obbliga i Comuni a prevedere delle apposite aree per gli attendamenti circensi, ospiterà il circo di Sandra Orfei, che vanta tra le sue attrazioni la tigre bianca e lippopotamo più grande del mondo». Proprio a poche settimane da un fatto di cronaca che ha suscitato le critiche della associazioni animaliste. «Neanche due mesi fa un cucciolo di giraffa concludeva la sua corsa disperata per le strade di Imola, abbattuto da forti dosi di anestetico, sarebbe morto da lì a poco si legge nella lettera – Fuggiva dalla sua prigione, il circo Rinaldo Orfei, dove era detenuto dalla nascita in una gabbia insalubre e condannato a una vita di umiliazioni».
La richiesta dei volontari agli operatori della scuola è quella di interrompere «una finta e discutibile tradizione» secondo la quale «migliaia di bambini in età scolare vengono accompagnati sotto un tendone, per partecipare a una mistificazione spettacolare della realtà». Vedranno gli animali, si entusiasmeranno per le loro capacità, «ma a loro verrà nascosta limmane sofferenza delle condizioni materiali di vita di questi poveri animali», ricordano. Meglio mostrar loro un presepe, vera tradizione natalizia, e spiegare a bimbi e ragazzi la figura a cui questa composizione si fa risalire: San Francesco D’Assisi, il santo che parlava agli animali. «Un bambino scaldato dalla
vicinanza, dal fiato e dallaffetto di un bue e un asinello. Un simbolo universale di accoglienza e solidarietà fra tutte le specie viventi». Un corretto messaggio da mandare, concludono le associazioni, «educando così al rispetto dovuto ad ogni specie vivente».
[Foto di German rios]
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