La chiacchierata presentazione del libro sul processo di Totò Cuffarò a Niscemi non si farà. Ma l’appuntamento, assicura l’editore, è solo rimandato. Un vespaio di polemiche si era infatti abbattuto sull’evento organizzato dall’editore Bonfirraro per presentare il libro Cuffaro, tutta un’altra storia, del giornalista Simone Nastasi. Sottotitolo: La verità sul processo al presidente dei siciliani. Il patrocinio del Comune di Niscemi, ma sopratutto la presenza dell’assessore Rosario Meli che ha tra le proprie deleghe anche quella alla legalità, ha fatto andare su tutte le furie associazioni e cittadini niscemesi. Una rivolta che nasce sui social network e che ha portato all’annullamento dell’evento da parte del Comune. Il libro rilegge, dandone una verità diversa da quella processuale, alcuni atti del processo che si è concluso con la condanna a sette anni di reclusione dell’ex presidente della Regione Sicilia per favoreggiamento aggravato nei confronti di Cosa Nostra.
Taglia corto il sindaco Francesco La Rosa, chiarendo che si è trattato di un’errata valutazione: «Lo scorso anno abbiamo presentato più di 50 libri, tutti con il patrocinio di questo ente. Mi assumo la responsabilità di aver deciso con leggerezza, trattando l’opera come tutte le altre». Ma il primo cittadino non vuol sentir parlare di un abbassamento della guardia nella lotta alla mafia: «Forse qualcuno dimentica che questa giunta ha subito attentati e tuttora abbiamo un assessore sotto scorta. Ci siamo sempre costituiti parte civile nei processi di mafia e abbiamo promosso e appoggiato la nascita della Federazione antiracket a cui intendo iscrivermi dopo la fine della mia sindacatura». Di tutt’altro avviso Giovanni Di Martino, ex sindaco di Niscemi, che ha affidato a una lettera aperta le proprie considerazioni: «Non meno di una settima fa, alla presenza delle alte autorità del territorio, il Comune ha patrocinato l’inaugurazione della sede dell’Associazione antiracket che l’amministrazione ha messo a disposizione all’interno dei locali dell’ex Pretura. Nella lotta alla mafia e alla criminalità in genere, oltre all’impegno concreto di tutti i giorni che ci chiama a rispettare le regole della convivenza civile, i cittadini tutti e a maggior ragione le persone che ricoprono cariche e rappresentano le istituzioni democratiche, sono chiamati a comportarsi sempre con coerenza, dando per primi il buon esempio».
Dalle polemiche si smarca l’editore Bonfirraro: «Per noi – ha chiarito Salvo Bonfirraro – si trattava di un evento prettamente culturale. Siamo una casa editrice impegnata nel sociale, basta guardare il nostro catalogo, e non tollero che qualcuno possa mettere in dubbio il nostro lavoro, soprattutto se a farlo è chi vive di politica e scrive cose prive di fondamento e di significato, mettendo insieme parole che non servono a nulla, tipico di quella politica che sa fare solo chiacchiere e nulla di concreto offendendo e mortificando il lavoro di un privato, che non ha bisogno di seguire alcuna scia politica per trarre profitto dal proprio investimento. Noi – continua – produciamo cultura e informazione libera. Certamente chi ha scritto quel post, ha dimostrato i propri limiti scrivendo e attribuendosi il merito, attraverso il proprio gruppo consiliare, di aver fatto annullare questo evento culturale». Il riferimento è ai consiglieri de La voce del popolo, vicini al sindaco, che sarebbero stati determinanti per l’annullamento dell’evento. L’editore ci tiene infine a precisare che il libro, finora, non era mai stato contestato nel corso delle precedenti presentazioni. «Coloro che criticano l’evento avevano la possibilità di venire e fare delle domande, magari ricevendo la risposta dello stesso Cuffaro. L’ex presidente viene da Roma, si godrà una piccola vacanza in Sicilia».
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