Niscemi, farfalla molto rara nella Sughereta «Arriva dall’Africa, in passato vista sull’Etna»

L’evento è senza dubbio raro e occasionale, ma le meraviglie legate alla biodiversità non finiscono mai di stupire ricercatori e appassionati. In tal senso, ha suscitato molto entusiasmo tra gli attivisti del Centro educazione ambientale (Cea) di Niscemi la prima osservazione, avvenuta nella Sughereta della bassa provincia nissena, della pandesma robusta, una specie di farfalla della famiglia Erebidae

L’esemplare, che va ad arricchire la checklist dei Noctuoidea della Sughereta di Niscemi, che conta attualmente 136 specie, è stato conservato presso la collezione entomologica del museo di storia naturale. «Sono stati trovati degli esemplari di questa falena notturna – racconta Manuel Zafarana, vicepresidente del Cea – che generalmente vive in Africa e in Asia. Può capitare, però, che alcuni in migrazione possano arrivare sulle coste del mar Mediterraneo, ma è un evento molto occasionale. È una specie nuova – prosegue – che non avevamo mai trovato e che si aggiunge a quelle già censite e riportate in un volume didattico». 

Dal 1996 al 2001 sono stati osservati solo 30 esemplari di questa specie. Le segnalazioni, molto rare anche a causa di una scarsa copertura sul territorio e all’assenza di attività di ricerca mirate, nel corso degli anni sono avvenute sulle coste meridionali europee, tra Spagna, Portogallo e Corsica, e vengono ricondotte a contingenti migratori provenienti dal Nord Africa o dal bacino orientale del Mediterraneo. In Italia questa specie tropicale è stato segnalata per la prima volta sull’Etna, nel 1992, in seguito alla cattura di una femmina al rifugio Citelli e tre anni dopo a Linguaglossa, nel 1995, con la cattura di un maschio. «Queste specie si assomigliano molto – aggiunge Zafarana – ma ad attirare la nostra attenzione sono state le ali inferiori completamente bianche, dato che in poche hanno questo contrasto. Questo esemplare aveva le ali un po’ aperte e di conseguenza è stato preso e studiato. Non si vedeva da diversi anni e noi l’abbiamo identificato». 

Il ritrovamento è avvenuto in una delle aree protette più vaste della Sicilia, la riserva naturale orientata Sughereta di Niscemi, che con un’area naturale complessiva di circa tremila ettari presenta un habitat ideale per moltissime specie di animali

Salvo Caniglia

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