Nimba Etna, la festa che unisce Africa e Sicilia

Africa e Sicilia unite nella musica e nella poesia, coinvolgendo alunni e studenti delle scuole. Dopo un lungo e illuminato cammino, con laboratori che si sono tenuti nelle scuole, il progetto “Nimba Etna” scende in piazza nell’ambito del SabirFest e approda a Catania (sabato 6 ottobre, ore 21,30, Palazzo della Cultura) con una vera e propria “festa di strada” o “festa di curtigghiu” in cui otto musiciste, quattro siciliane e quattro africane, suoneranno e canteranno coinvolgendo il pubblico presente.

Nel segno dell’identità femminile, trait d’union del progetto simboleggiato dalla montagna africana Nimba e da quella siciliana Etna, il progetto Nimba Etna è promosso da Associazione Musicale Etnea e Associazione Youcultures con il sostegno della SIAE e del Ministero dei Beni Culturali, nell’ambito dell’iniziativa “Sillumina – Copia privata per i giovani, per la Cultura”. Il progetto ha coinvolto cinque scuole del Polo catanese di Educazione Interculturale “Global Teacher Center” (Istituto Comprensivo Verga di Viagrande, I.C. Vespucci – Capuana – Pirandello di Catania; I.C. Fontanarossa di Catania; I.C. Cesare Battisti di Catania; Circolo Didattico Teresa di Calcutta di Tremestieri Etneo) e centri di accoglienza CPA e SPRAR (Associazione MetaCometa ONLUS; Consorzio Il Nodo; I.P.A.B. Istituzione Pubblica Assistenza Beneficienza Provvidenza S. Maria del Lume).

L’obiettivo primario era quello di mettere idealmente in relazione due grandi montagne, Nimba dell’Africa occidentale e l’Etna, entrambe femmine nell’immaginario sociale e nel mito, proprio per riportare alla luce l’archetipo femminile secondo il quale la donna genera, contiene, protegge, nutre, genera, cercando di contrastare il dilagare della misoginia che troppo spesso, negli ultimi anni, sfocia in casi di femminicdio. Ma “Nimba Etna ha voluto fortemente veicolare anche un messaggio di pace, di inclusione, di armonia, di incontro e di scambio culturale.

La musica, la danza e il canto sono stati i protagonisti indiscussi e il trait d’union fra tutti i partecipanti ai laboratori nelle scuole. La musica dell’Africa occidentale con i suoi ritmi e le sue sonorità ha avuto la naturale funzione di mediatore sociale, aprendo il dialogo e instaurando un clima gioiso e di partecipazione attiva. Fra i formatori il maestro Yamussa Camara, un musicista straordinario e talentuoso della Guinea ed Eric Charles Ngalle scrittore, poeta, drammaturgo e consulente creativo.

Alla fine di questo percorso laboratoriale, i vari gruppi delle diverse scuole, hanno prodotto delleperformances finali in occasione del SabirFest 2018 sotto forma di «Feste di strada o potremmo definirle “feste di cuttigghiu”», come dicono Carlo Condarelli, presidente di Youcultures e co-autore e promotore del progetto, insieme a Biagio Guerrera, presidente dell’Associazione Musicale Etnea e autore dei testi e della drammaturgia generale.

«Ci piace l’idea – spiega Biagio Guerrera – che attraverso la musica si possano unire culture che devono imparare a parlarsi, meno distanti di come possa sembrare, nel solco delle due montagne Nimba ed Etna che simboleggiano l’energia che vogliamo mettere in circolo».

«Il coinvolgimento dei bambini in un percorso sull’identità musicale è fondamentale – spiega Carlo Condarelli – ma in questo progetto abbiamo cercato anche le famiglie. Abbiamo fatto delle sessioni con famiglie e ragazzini in cui si è suonato, cantato e ballato tutti insieme, cercando di connettere le tradizioni dell’Africa occidentale e quelle della Sicilia, per costruire questa grande “festa di piazza” al Sabirfest: il modello da cui prende le mosse il progetto, infatti, è quello della festa musicale del villaggio africano cosi come del cuttigghio (cortile) siciliano, una dimensione in cui non esiste divisione tra il palco e la platea, dove governa la partecipazione e il coinvolgimento, intorno ad un flusso ritmico generato dai performers e accompagnato dal “pubblico” partecipante».

(Fonte: Ufficio stampa Sabir fest Catania)

Redazione

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