Nicolosi, pubblicato piano protezione civile online Solo quattro i Comuni del Parco ad averlo fatto

«L’Ordine dei geologi sostiene che il 30 per cento delle vittime di un terremoto non si salva perché non sa cosa fare subito dopo una scossa». Parte da qui Carlo Cassaniti, consulente del Comune di Nicolosi per la revisione del piano comunale di Protezione civile, per spiegare cosa c’è dietro il lavoro che viene portato avanti nella cittadina etnea. L’amministrazione del sindaco Nino Borzì ha avviato l’aggiornamento del fondamentale documento di prevenzione – introdotto con la riforma del sistema di Protezione civile del 2012 – partendo proprio dalle attività di comunicazione.

«Anche il piano meglio redatto è destinato a non funzionare senza essere ben divulgato», ricorda il geologo, e così la prima tappa è stata il lancio sperimentale del portale online www.nicolosicura.it. Sul sito, integrato ai social network e presto anche ad un’app mobile, trovano spazio le prescrizioni del piano di emergenza comunale, la catalogazione dei rischi insistenti sul territorio – dal vulcanico a quello idrogeologico – le norme comportamentali, strumenti di monitoraggio dell’attività dell’Etna, avvisi della Protezione civile regionale su meteo, ondate di calore, attività sismica, incendi. In sostanza il portale online è concepito per diventare il riferimento primo della cittadinanza non solo in caso di emergenze, ma anche durante la fase di prevenzione.

Nulla di straordinario, nell’era del web, eppure è proprio sulla comunicazione legata all’emergenza che la Sicilia è ancora indietro: «Si fa un gran parlare di allerte meteo – è l’esempio utilizzato da Cassaniti – ma poi la gente non sa dove poter trovare informazioni basilari come gli avvisi regionali di Protezione civile, finendo così per affidarsi a fonti non qualificate». Secondo il geologo, infatti, spesso la necessità di veicolare al meglio i dati sui rischi territoriali esistenti e buona pratiche e comportamenti da tenere viene sottovalutata.

Basti pensare, a tal proposito, che fra i venti Comuni del Parco dell’Etna, fatto salvo Nicolosi, soltanto in quattro – Maletto, Santa Maria di Licodia, Viagrande e Zafferana Etnea – pubblicano il Piano di protezione civile comunale sui loro siti web istituzionali. Ma anche fra chi pubblica – obbligo sancito dalle leggi statali e dell’Unione europea in materia di accesso dei cittadini all’informazione ambientale – la consultazione è spesso poco agevole, affidata a documenti comprensibili a fatica per non addetti ai lavori. Inoltre, per la gran parte dei centri del Parco – circa il 60 per cento – la pianificazione risale anche a molti anni prima del 2012, risultando ormai obsoleta. «In tal modo la prevenzione di fatto si inceppa – spiega Cassaniti – per questo a Nicolosi contiamo su internet per raggiungere e informare abitanti e visitatori il più rapidamente possibile, sperando poi che anche gli altri Comuni seguano lo stesso percorso».

Le innovazioni non si fermano qui: al termine della revisione, Nicolosi sarà dotata anche di un piano specifico per il rischio idraulico finora mancante e ci saranno novità anche per quanto riguarda l’area sommitale dell’Etna. L’idea è quella di arrivare ad un sistema di allertamento legato al rischio vulcanico gestito in sinergia fra i Comuni del versante sud della montagna. «In caso di eruzione avremmo così un’unica ordinanza di interdizione della vetta e procedure di sicurezza sul territorio condivise – spiega a MeridioNews il sindaco Borzì – sul progetto lavoriamo assieme ai Comuni di Biancavilla, Belpasso, Ragalna, Santa Maria di Licodia, Zafferana».

Francesco Vasta

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