Fuochi fuorilegge da coprire con abbondante terra. Rifiuti da non abbandonare, ma da buttare negli appositi cassonetti, piazzati per l’occasione. Sono bastati pochi consigli e informazioni da distribuire ai cittadini impegnati nelle scampagnate di ieri, primo maggio, sull’Etna per evitare i soliti cumuli di rifiuti post-festivi. L’esperimento è partito a Nicolosi, con una squadra dei 14 ispettori ambientali volontari formati a ottobre dello scorso anno. Due uomini – il nostro blogger Sergio Mangiameli ed Edmondo Scavone – con la collaborazione del gruppo Rangers nicolosita, insieme all’assessore all’Ambiente Giuseppe Di Mauro, impegnati durante la mattina. «È stato il primo anno ed è andata bene. Certo, qualche sacchetto è rimasto lo stesso, per questo conto di coinvolgere più nuclei nelle prossime giornate», spiega l’assessore.
E con l’estate alle porte, la necessità non si farà attendere. «Oltre all’educazione ambientale, gli ispettori volontari hanno il compito del controllo e della prevenzione degli incendi – spiega Di Mauro – Fondamentale in un territorio come il nostro dove a giugno dello scorso anno sono stati dati alle fiamme i conetti vulcanici dei Monti Rossi. Un posto a noi caro e anche una palestra di vita». Intanto due dei 14 ispettori volontari a disposizione del Comune hanno battuto ieri le zone di via San Nicola, via Alfredo Mazzei, l’area nota come Il chilometro e la pineta Monti Rossi. A ogni fuoco acceso corrispondeva una sosta, per dare consigli e far sapere che erano stati piazzati dei cassonetti, portati alle 6 del mattino dalla ditta Ecolandia che si occupa dello smaltimento dei rifiuti a Nicolosi. «Il tutto senza ulteriori spese – precisa l’assessore – Ma solo grazie alla collaborazione dell’azienda. Loro, così come i volontari e gli appassionati, sono di estrema importanza per il Comune».
La novità sembra essere stata presa bene anche dai cittadini in gita. «All’inizio avevano come una sorta di paura, cercavano di capire il nostro atteggiamento – racconta Di Mauro – Poi, una volta capito chi eravamo e cosa volevamo, filava tutto liscio». Nonostante qualche momento di reale preoccupazione. «C’era ad esempio chi appiccava il fuoco sotto monte San Lazzaro, dove ci sono dei pini rimasti senza manutenzione e con una parte secca – spiega il titolare comunale dell’Ambiente – Quindi era molto pericoloso». Da un giro di ricognizione questa mattina, l’assessore ha notato ancora qualche sacchetto abbandonato. Un fenomeno comunque inferiore agli scorsi anni. «Certo, sembra una goccia nell’oceano – conclude Giuseppe Di Mauro – Ma ci stiamo provando».
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