Nicolò Marino: ecco chi è veramente il gruppo Catanzaro di Agrigento!

CON I FATTI – E NON CON LE SEMPLICI PAROLE – L’ASSESSORE REPLICA ALl’IMPRENDITORE AGRIGENTINO ESPRESSIONE DI CONFINDUSTRIA SICILIA. CITANDO PERSONAGGI E COSE CHE CI RIPORTANO AGLI ANNI ’90 E AI PRIMI ANNI DI QUESTO SECOLO. VICENDE DOVE E’ PRESENTE LA MAFIA. IL GOVERNATORE CROCETTA, IL SENATORE LUMIA, ANTONELLO MONTANTE E IVAN LO BELLO NON HANNO NULLA DA DIRE? DOV’E’ FINITA LA LORO ANTIMAFIA? E IL PRESIDENTE GIORGIO SQUINZI CHE FA?

Tempi duri per i “Professionisti dell’Antimafia” di Confindustria Sicilia. Finalmente i detentori del ‘verbo’ antimafioso hanno trovato pane per i loro denti. E che pane duro! 
Infatti l’assessore regionale all’Energia, Nicolò Marino – e scusate il gioco di parole – picchia duro. E se il vice presidente degli industriali siciliani, Giuseppe Catanzaro, da anni ‘Re’ incontrastato delle discariche dell’Isola pensava di aver intimorito l’assessore con l’annunciata querela, beh, a quanto pare si sbaglia di grosso.
E’ noto che Marino, pur facendo parte del Governo regionale di Rosario Crocetta – notoriamente alleato di ferro della ‘Triade’ di Confindustria Sicilia (Antonello Montante, presidente, Ivan Lo Bello e il già citato Giuseppe Catanzaro) – non si è sottomesso ai nuovi, veri ‘potenti’ della Sicilia.
Il fatto che Confindustria Sicilia, grazie allo ‘scudo antimafioso’ costruito sapientemente nel corso di questi anni, goda di protezioni ad altissime sfere, non ha spaventato l’assessore Marino, che ha rintracciato e denunciato anomalie nella gestione dei rifiuti in Sicilia. A cominciare dalla follia di una Regione che, in questo delicatissimo settore, va avanti con le discariche che inquinameno terreni e falde idriche. Con la connivenza di ambientalisti, o presunti tali.
Marino ha più volte denunciato il ruolo esercitato nel bussiness delle discariche siciliane dal gruppo Catanzaro. Che qualche giorno fa, colpito dalle dichiarazioni dell’assessore, ha annunciato querela.
L’assessore Marino non si è scomposto. E ieri ha preso carta e penna vergando un comunicato al vetriolo.

“Questa Amministrazione – scrive Marino – è ben a conoscenza che nel lontano 1995 la Catanzaro Costruzioni s.r.l. ebbe ad aggiudicarsi il servizio per la gestione della discarica di Siculiana in ATI con la FORNI ed Impianti industriali Ing. De Bartolomeis S.p.a. di Milano (l’unica in possesso dei requisiti per la partecipazione alla gara), questa ultima coinvolta successivamente nell’inchiesta “TRASH” della DDA di Palermo, per vicende connesse alla turbativa d’asta in gare per discariche, depuratori ed altri impianti di smaltimento, inchiesta culminata finanche nell’arresto del suo direttore generale, Massimo Tronci, per il reato di associazione per delinquere di stampo mafioso, risultato in rapporti di affari con RIINA Salvatore, BUSCEMI Antonio, LIPARI Giuseppe, VIRGA Vincenzo, NANIA Filippo, BRUSCA Giovanni e SIINO Angelo”.
“Questa Amministrazione – prosegue l’assessore – è ben a conoscenza della partecipazione della Catanzaro Costruzioni S.r.l. alla gara dei Termovalorizzatori nella quale, come sottolinea il T.A.R. Palermo nelle sentenze del 7/30 maggio 2013 nn. 1197/2013, 1199/2013, 1193/2013: “… nel caso concreto, (che) l’intera procedura è stata condizionata ab origine, da un illegittimo accordo tra le imprese partecipanti per la spartizione territoriale del servizio e per la formulazione di offerte dai contenuti certamente pilotati e non frutto di libere valutazioni di carattere imprenditoriale”.
“In un contesto del genere – sottolinea sempre il titolare dell’assessorato all’Energia – la nota qualsiasi prospettiva di libera concorrenza è, di per sé inesistente o fortemente vanificata, con il risultato che l’amministrazione pubblica non può accollare sulle sue spalle, e, giocoforza, su quelle dei contribuenti, la spesa necessaria per lo svolgimento di un servizio di fondamentale importanza per la collettività…..” – “... è, con tutta evidenza, il frutto non solo di un sicuro scambio di informazioni, ma addirittura di una preparazione a tavolino del concreto contenuto delle singole offerte, limato al punto tale da non lasciare scoperto neanche uno dei 25 ATO presente sul territorio, evitando, al contempo, l’intersezione delle offerte medesime….”.

“Questa Amministrazione – scrive sempre l’assessore – è ben a conoscenza che grazie allo stato di ‘emergenza’, tanto criticato dal Sig. Catanzaro nella missiva inviata lo scorso mese di maggio al Senato della Repubblica in occasione della conversione in legge del decreto Monti (che sanciva l’Emergenza nella città di Palermo sull’intero ciclo dei rifiuti e limitatamente all’impiantistica per il resto del territorio siciliano), lo stesso Gruppo Catanzaro ebbe affidato nel 2002, con Ordinanza Prefettizia, quindi in regime di emergenza, la realizzazione dell’ampliamento e la gestione della discarica di Siculiana, ‘senza sottostare per l’assegnazione dei lavori ad alcuna procedura di pubblica evidenza’, come sottolineato dal Giudice per le indagini preliminari di Agrigento in occasione della Sentenza pronunciata nelle forme del giudizio abbreviato, in data 28 settembre 2012. Gestione che veniva ulteriormente autorizzata in via d’urgenza (con Ordinanza ex art. 191 D.L. 152/2006), dal Presidente della Provincia di Agrigento, su richiesta della stessa ditta Catanzaro”.

“Aggiungo, sempre in relazione alla ditta Catanzaro – osserva l’assessore Marino – che questa Amministrazione non tollererà più l’applicazione di condizioni contrattuali tali, come quelle segnalate dall’ATO di Agrigento, da determinare l’impossibilità di adempimento dei contratti dei Comuni dell’ATO e la conseguente interruzione di pubblico servizio”.
A questo punto arriva un passaggio cruciale: “Infatti – scrive Marino – in una regione che vive l’emergenza rifiuti, che abbanca il 90% dei rifiuti in discarica, che subisce per responsabilità pregresse l’oligopolio, e a volte, per certi territori, il monopolio dei privati nel settore, verrà considerata, sotto il profilo amministrativo (ferma restando ogni valutazione di altre Autorità), interruzione di pubblico servizio la chiusura della discarica a Comuni ritenuti inadempienti senza avere seguito le modalità indicate nella circolare n. 1/2013”.
“Concludo dicendo che chiuderemo presto con il passato e che non accadrà più che l’amministrazione della cosa pubblica in Sicilia determini condizioni di oligopolio o monopolio privato nel ‘pubblico servizio’ della gestione delle discariche (anzi, si stanno valutando gli atti amministrativi che hanno scelleratamente consentito questa anomalia del sistema). Per il presente non potranno più essere mantenute in Sicilia discariche non dotate di impiantistica secondo quanto previsto dalle direttive comunitarie esistenti, pena la revoca delle autorizzazioni rilasciate”.

Le accuse, precise e circostanziate, messe nero su bianco da Marino entrano nel vivo di una polemica che, da qualche anno, infuria nei Comuni siciliani, costretti, in molti casi, a sottostare alle pretese dei privati che operano nel settore dei rifiuti. Privati, ricordiamolo ancora una volta, che hanno imposto alla Sicilia la gestione dei rifiuti in discarica.
Nell’Agrigentino, tanto per citare un esempio, provincia piuttosto anomala in materia di gestione dei rifiuti (che poi, guarda caso, è la provincia di provenienza di Giuseppe Catanzaro), una discarica pubblica – quella di Siculiana – è passata in modo rocambolesco da gestione pubblica (lo stesso Comune di Siculiana) a gestione privata (il gruppo Catanzaro).
Sempre ad Agrigento, lo scorso anno, l’ex Sindaco di Racalmuto, Salvatore Petrotto, denunciava la pesante ingerenza di gruppi di pressione nella gestione dell’acqua e dei rifiuti. Per tutta risposta, il Governo nazionale – ministro degli Interni era allora Anna Maria Cancellieri – scioglieva e commissariava per mafia il Comune di Racalmuto.
I conti i politica e negli affari tornano sempre. Agrigento è la provincia dell’Attuale ministro degli Interni, Angelino Alfano. Lo stesso Alfano che, qualche settimana fa, ha difeso a spada tratta la ministra Cancellieri protagonista di uno scandalo senza eguali: ovvero la ‘telefonata’ in favore di Giulia Ligresti che ha consentito a quest’utima di uscire dalla galera…

Ancor una considerazione. Che riguarda l’attuale presidente della Regione, Rosario Crocetta, il senatore del Megafono-PD, Giuseppe Lumia, il presidente di Confindustria Sicilia, Antonello Montante, e l’ex presidente, Ivan Lo Bello, oggi dirigente nazionale della stessa organizzazione imprenditoriale.
Come mai Crocetta, Lumia, Montante e Lo Bello, che si ergono sempre a difesa della legalità, contro la mafia, non prendono posizione in favore dell’assessore Marino? Non sanno nulla dei termovalorizzatori? Non conoscono le gesta di Romano Tronci? Non sono a conoscenza delle denunce, precise, circostanziate e gravissime dell’assessore Marino?
Con chi stanno Crocetta, Lumia, Montante e Lo Bello? E Giorgio Squinzi, presidente nazionale di Confindustria Sicilia, non ha nulla da dire su quello che sta succedendo nella nostra Isola e, in particolare, su quello che combinano i suoi uomini in Sicilia?  

 

Redazione

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