Un tuffo acrobatico in mare, un matrimonio in carrozza in pieno stile gipsy, file davanti ai camioncini o griglie per strada, una lapa stracarica di cassette di legno. Cartoline che danno l’impressione di avere fatto il giro del mondo. E invece. «No, Catania». L’idea di queste istantanee metropolitane del capoluogo etneo è venuta a Gianluca Anastasi, social media specialist catanese. «L’ho fatta in mezz’ora, mentre stavo sul divano a guardare i Simpson», racconta a MeridioNews.
Una sorta di instant marketing involontario pensato sulla scia della campagna di comunicazione lanciata dal Distretto turistico Sicilia occidentale per promuovere alcuni luoghi dell’Isola, giocando sull’analogia con località turistiche famose in tutto il mondo. La versione catanese di «Caraibi, no è la Sicilia» punta tutto sull’ironia e, in alcuni casi, anche proprio sulla comicità. «Realizzare questa cosa, ha fatto divertire me per primo – spiega Anastasi – Il senso era anche annullare, almeno per un po’, il lamento costante tipico della natura di ogni catanese».
Il fumo della brace su cui si cuoce la carne arrostita fa pensare a Marrakesh; un matrimonio eccentrico come se ne possono vedere solo a Buckingham palace; il camion del paninaro che rimanda subito alle camionette che vendono gli hot-dog per le strade di New York; la statua dello Stallone ferito si immagina di poterla ammirare a Copenaghen; la lapa che trasporta il doppio del suo volume di cassette di legno rimanda subito a Nuova Delhi. E, invece, no: tutto il mondo è città, anzi è Catania. «La mia immagine preferita – risponde l’autore, che ha preso dal web alcune foto scattate nel capoluogo etneo e diventate virali – è quella del ragazzo che si tuffa dal porticciolo di San Giovanni Li Cuti». Una scena che è possibile vedere a ogni inizio di stagione estiva catanese «ma che mi ha fatto pensare subito – dice Anastasi – a Poco do Diablo in Chapada Diamantina, una delle più importanti location al mondo dove si pratica il cliff diving», cioè lo sport estremo che consiste nel tuffarsi in mare da alte scogliere.
Guardando le cartoline una dietro l’altra, l’immagine che viene fuori è quella di una città plurale. «La mia intenzione era quella di puntare su aspetti caratteristici, qualche volta anche estremi senza però mai lasciare di Catania un’immagine negativa. In quel caso – sottolinea – sarebbe stato facile giocare, per esempio, con la spazzatura. Forse in queste istantanee la città appare un po’ disordinata e caciarona ma credo che in chi la conosce possano anche stuzzicare la voglia di venire a visitarla», conclude Anastasi che, senza volerlo, ha dato vita a una campagna di promozione territoriale. E, per di più, senza errori.
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