Netturbino mischia rifiuti, Pierobon scambiato per turista «In Sicilia così funziona». Il post sui social dell’assessore

Un netturbino prende i rifiuti differenziati di un locale e li mette insieme, vanificando l’impegno di chi precedentemente li ha separati. E alla domanda di un uomo dall’accento settentrionale sul perché di quel comportamento, il ristoratore tenta di giustificare quanto accaduto con la prassi. «Ma lei è del Nord, qui siamo in Sicilia, è così». La risposta però non è stata data a un turista, ma all’assessore regionale ai Rifiuti Alberto Pierobon.

A raccontare l’aneddoto è lo stesso componente della giunta Musumeci, in un lungo post pubblicato su Facebook. «Mi trovo in un’importante località della bellissima Sicilia – scrive Pierobon, omettendo il nome del Comune – e ho assistito a una scena che mi ha colpito molto e che mi porta a delle riflessioni. Passeggiando per le vie del centro ho notato come gli utenti abbiano accuratamente differenziato i propri rifiuti. Ma questa bella constatazione – prosegue – è crollata quando ho notato che un operatore ecologico stava raccogliendo i rifiuti di un locale, divisi accuratamente per tipologia, plastica, carta, cassette, buttandoli tutti insieme nella vaschetta dell’automezzo».

L’assessore racconta di come il titolare del locale abbia comunicato il proprio disappunto al netturbino, il quale però dal canto suo ha archiviato tutto dicendo: «Ma tanto lo sai come funziona». Un’allusione alle presunte falle nella gestione dell’intero ciclo dei rifiuti. Pierobon, che è arrivato in Sicilia convinto di poter contribuire a segnare una svolta nel settore, non ci sta: «Non è così, la Sicilia e i suoi abitanti si stanno impegnando per cambiare radicalmente e diventare una regione virtuosa nella raccolta differenziata – si legge nel post -. Ma tutti devono fare la loro parte, le istituzioni in primis, fino al piccolo operatore di quartiere. I cittadini, e l’ho visto dalla cura con cui erano divisi i materiali, lo stanno facendo. Spetta a noi – conclude – non tradire la loro fiducia».

Simone Olivelli

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