Nesima, strisce pedonali con guard rail «Si rischia di cadere davanti all’ospedale»

Si lamenta pure il proprietario del chiosco. Lui, quelle strisce pedonali che finiscono sul guard rail, in via Palermo, ce le ha proprio davanti agli occhi. Ogni giorno, quando apre la sua attività le vede – per quanto siano piuttosto sbiadite – infrangersi contro il muro metallico che separa la carreggiata destinata al normale traffico delle auto da quella per chi entra ed esce dall’ospedale Garibaldi di Catania, il plesso nuovo, nel quartiere di Nesima. «Speriamo che me le sistemino presto – dice – prima cà occarunu si sdirubba». Cioè prima che qualcuno cada. Perché il rischio di inciampare, dovendo scavalcare le protezioni messe là, a tagliare le strisce, c’è.

«Lo so, è una situazione che fa ridere», ammette Giovanni Fodale, presidente della municipalità Monte Po-Nesima. «Ho scritto all’amministrazione chiedendo risposte, mi hanno detto che i lavori per sistemare la situazione si sarebbero fatti e mi hanno dato una data – racconta Fodale – Poi, a distanza di qualche giorno, ho ricevuto una lettera in cui mi si diceva che i lavori erano stati rimandati a data da destinarsi». La ragione sembra di tipo meramente tecnico: «Credo di aver capito che quando tagliano il guard rail non possono lasciare la lamiera viva, e devono metterci una protezione, o qualcosa di tondeggiante», spiega il presidente. Assenza di forniture, «che sicuramente sono state ordinate, dev’essere questione di poco tempo, io sono fiducioso».

«Se fossero questi i problemi di via Palermo», afferma Marcello Tringali, mosca bianca del Partito democratico al consiglio della VII municipalità. «Le strisce non devono finire nel guard rail, va bene, ma prima di tutto davanti al Garibaldi ci sono altri problemi di sicurezza». La viabilità, per esempio, «è disastrosa». «La rotatoria inaugurata con tanto clamore dal sindaco Umberto Scapagnini se non ha già mietuto delle vittime, presto ne mieterà – sostiene Tringali – Per imboccare via Palermo bisogna tagliare la strada a quelli che da Monte Po vogliono immettersi nella circonvallazione». Per non parlare, poi, «delle ambulanze che devono arrivare al pronto soccorso e restano bloccate negli inevitabili e continui ingorghi». Davanti al presidio ospedaliero di Nesima sembra non esserci niente di buono: «La fermata dell’autobus è indecorosa». Perché il palo che definisce quali linee passano da lì è sulla striscia bianca che delimita la carreggiata, «non c’è una pensilina e gli utenti dei mezzi pubblici sono costretti ad aspettare nel bel mezzo della sede stradale».

Sempre che ci trovino posto, al netto delle automobili posteggiate. «Ho chiesto più e più volte un presidio della pulizia municipale in corrispondenza dell’entrata del nosocomio – lamenta ancora Tringali – I vigili vengono mandati a controllare gli autobus alla zona industriale e non si curano del fatto che con tutte le persone che posteggiano abusivamente a bordo della strada potrebbero fare un bel po’ di contravvenzioni». Il bilancio ringrazierebbe.

«Tutto vero – concorda Fodale – ma le cose sono più complicate: la pensilina per l’autobus verrebbe in un terreno che è di proprietà di un privato cittadino e lui non vuole vendere». «Che ci vuole a espropriare una zolla di terra larga tre metri e lunga uno?», risponde Tringali. «La soluzione forse l’abbiamo trovata – rassicura il presidente – Qualche metro più in là c’è un terreno dell’Istituto autonomo case popolari, pare che loro non abbiano problemi a dare un po’ di spazio al Comune». L’assenza di polizia municipale, invece, si spiega con «le carenze nell’organico». Giovanni Fodale lo sa, «non spetta a me giustificare le mancanze, infatti spesso alzo la voce». Però Catania è Catania, «i problemi sono oggettivi. E cronici».

Luisa Santangelo

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