È iniziato questa mattina il processo a carico della madre naturale del neonato abbandonato a Ragusa nel novembre del 2020. La donna, una 43enne di Modica, è imputata per lo stesso reato (abbandono di minore) per cui è già stato condannato in primo grado a due anni di carcere (in un processo con il rito abbreviato) il padre naturale. Il macellaio che simulò il ritrovamento del bambino davanti alla propria attività commerciale mentre aveva ancora il cordone ombelicale attaccato. Nel corso dell’udienza, davanti al giudice monocratico nel tribunale di Ragusa, l’avvocato di parte civile che tutela gli interessi del bimbo, ha chiesto la trascrizione di due intercettazioni raccolte durante la fase delle indagini. Si tratta di due conversazioni tra la donna e l’ex compagno che è il padre naturale del bambino.
Ad aprile del 2021, la donna aveva chiesto di potere riavere con sé il bambino che da due anni è affidato a una famiglia non ragusana. La Cassazione, a cui il legale della madre naturale si era rivolto, ha sancito l’errore da parte del tribunale dei minorenni che non avrebbe verificato il fatto che quel bambino i genitori naturali li avesse, privandoli del diritto di ravvedimento. Per questo, ha stabilito che la madre naturale sia messa in condizione di potere incontrare suo figlio attraverso incontri protetti che non sono ancora stati calendarizzati. Intanto, nel corso dell’udienza di oggi è stata presentata la lista dei testimoni del pubblico ministero, della parte civile e della difesa. La prossima udienza è stata fissata per il mese di giugno quando sarà conferito l’incarico a un perito per le trascrizioni richieste dalla parte civile.
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