«Nell’interesse superiore del minore, pur rispettando e dovendosi tutelare le legittime aspettative della famiglia alla quale è stato pre-affidato il neonato, appare evidente il diritto della mia assistita di poter riavere suo figlio». L’annuncio arriva dall’avvocato Daniele Bocciolini, il legale della mamma del neonato abbandonato il 4 novembre scorso a Ragusa. La donna 41enne di Modica vorrebbe riavere il bambino che, nel frattempo, è stato affidato a una famiglia siciliana che non vive nella provincia iblea. «Ci rivolgeremo – assicura l’avvocato – alle istituzioni locali e nazionali, al garante dell’infanzia, al ministero della Giustizia, fino ad arrivare alla Corte europea dei diritti dell’uomo. La signora è intenzionata a tutto pur di riavere suo figlio».
Lo scorso dicembre, il macellaio che aveva raccontato di avere trovato il neonato in un sacchetto di plastica vicino ai bidoni della spazzatura era stato arrestato perché accusato dell’abbandonato di Vittorio Fortunato – così lo hanno chiamato i sanitari dell’ospedale Giovanni Paolo II di Ragusa – il figlio di cui sarebbe venuto a conoscenza solo dopo il parto, avvenuto nel bagno di casa due o tre ore prima. Dopo oltre un mese di arresti domiciliari, il 59enne è poi tornato in libertà. «Il padre naturale, all’insaputa della madre – sottolinea Bocciolini – avrebbe inscenato il ritrovamento. La mamma, al contrario, risulta totalmente estranea alla vicenda tanto che nei suoi confronti è stata formulata richiesta di archiviazione». La donna, che era stata indagata per lo stesso reato, secondo il legale che la assiste, «non ha alcuna colpa».
All’uomo, da cui ha già avuto una bambina che adesso ha tre anni, lei avrebbe chiesto di lasciare il neonato in ospedale. «Sin dalle prime ore – aggiunge Bocciolini – ha ammesso di essere la mamma del neonato, ha manifestato la volontà di poterlo riabbracciare e ha provveduto formalmente al riconoscimento del proprio figlio». Al momento, la richiesta di sospensione e di revoca del provvedimento di adottabilità del bambino è stata rigettata. Per l’avvocato, però, «la madre biologica si trova sia nelle condizioni economiche, familiari e affettive per potere provvedere al minore».
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